martedì , 14 Maggio 2024
Vespa velutina, metodo Z testato con successo metodo sperimentale
Nido-Vespa Velutina

Vespa velutina, testato con successo metodo sperimentale

L’IZS del Piemonte e della Valle d’Aosta ha progettato un metodo di lotta integrata alla Vespa velutina. I risultati dei test hanno dimostrato l’efficacia dei trattamenti.
L’istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta ha condotto un progetto sperimentale per il contrasto della Vespa velutina. Il progetto finanziato dal Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, è basato su un metodo di lotta integrata.

Il progetto – Il progetto consente di neutralizzare i nidi della vespa mediante il trattamento singolo di esemplari di vespe, catturate durante l’attività predatoria, presso gli alveari. Dopo essere processate in sicurezza e poi rilasciate, le vespe raggiungono il loro nido portandolo alla completa neutralizzazione.

Risultati incoraggianti – I risultati dei test hanno dimostrato l’efficacia dei trattamenti, evidenziando inoltre come anche le colonie di api e di altri insetti preda della Vespa velutina traggono un beneficio indiretto. Il particolare comportamento predatorio dell’insetto suggerisce che un’eventuale applicazione del progetto su vaste aree territoriali potrebbe determinare una totale neutralizzazione dei nidi presenti.

La diffusione – La Vespa velutina, chiamata anche calabrone asiatico dalle zampe gialle, è un predatore di api originario del Sud-Est asiatico introdotto accidentalmente in Europa nel 2004 a partire dal Sud-Ovest della Francia. Nel 2013 sono stati rinvenuti i primi nidi, nel ponente ligure e in provincia di Cuneo. Negli ultimi mesi del 2023 ci sono stati i primi ritrovamenti di individui adulti e di un nido in zona Cavoretto a Torino.

L’IZSPLVA ha reso noto che è in fase di realizzazione un dispositivo automatizzato che è in grado di compiere un intervento selettivo che non necessita della presenza costante dell’operatore. Questo dispositivo potrebbe essere collocato anche lontano dagli apiari, in applicazione di un piano di controllo o, vista l’efficacia dimostrata, di un piano di eradicazione nelle zone di neo-infestazione – fa sapere l’Istituto Zooprofilattico.

Fonte: anmvioggi

Info Redazione

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