Negli ultimi anni la ricerca mondiale ha reso largamente chiare le cause e le conseguenze della deriva ed ha indicato dei metodi pratici per risolvere la questione. Gran parte di tali ricerche sono state condotte dal dotto S. Cameron Jay del Dipartimento di Entomologia Università del Manitoba – Winnipeg – Canada.
Il problema
La maggior parte degli apicoltori ha verificato in diversi frangenti gli effetti della deriva nei propri apiari. Quando le arnie di colori simili e rivolte tutte verso la stessa direzione, sono disposte in fila senza punti di riferimento nelle vicinanze, lo sviluppo della popolazione si sbilancia tra le arnie secondo determinati modi. Alcune arnie guadagnano api a spese di altre. Più api tendono a spostarsi dalla arnie centrali della fila verso le arnie più estreme, piuttosto che viceversa. Se vengono utilizzate due o più file la maggior parte delle api dirotta verso la fila frontale. Per tutta la stagione del raccolto, la deriva avviene estensivamente soprattutto quando le api giovani eseguono i loro primi voli di orientamento, ma si deve considerare in una certa misura anche la deriva delle vecchie bottinatrici.
Svantaggi della deriva
La deriva delle api si ripercuote direttamente sulla produzione di miele delle singole arnie in funzione della loro posizione in apiario.
Studi condotti in apiari commerciali hanno dimostrato differenze significative (oltre 11 chilogrammi per alveare) tra gruppi di arnie disposte in file e con api lasciate in condizioni di dirottare liberamente e gruppi disposti in modo che la deriva fosse ridotta ai minimi livelli.
In apiari con forte deriva l’apicoltore deve o bilanciare periodicamente le popolazione delle arnie mediante ridistribuzione di api e covata oppure attendersi problemi di sciamatura, troppo precoce sviluppo nelle colonie più popolose oltre all’ indebolimento, con possibili rischi di saccheggio, per le unità più piccole. Ognuna di queste possibilità rappresenta per l’apicoltore una spesa in termini di problemi di gestione, richiesta di lavoro aggiuntivo, perdite di produzione, ecc .
In aggiunta a tutto ciò varie malattie possono venire diffuse tra diversi apiari se la deriva avviene liberamente.
Per gli apicoltori professionisti tutti gli svantaggi della deriva sono poi abbondantemente amplificati. Se invece vengono ridotti mediante delle precauzioni si avrà una formazione uniforme delle popolazioni dell’apiario.
Dopo avere risolto i principali problemi primaverili (inarniamenti o movimenti di arnie dalla stazione invernale, rimpiazzo delle regine, nutrizione, malattie, varroa) l’apicoltore potrà allora, entro certi limiti, gestire un intero apiario come se fosse una singola unità, cosicché nello stesso tempo ogni colonia richiede un medesimo tipo di intervento. Una simile impostazione riduce i costi di gestione e rende più facile e produttivo il lavoro.
Questo è tuttavia possibile solo quando i più seri problemi dell’apiario sono stati risolti all’inizio di stagione nelle singole unità di base e quando non vi siano grandi diversità di popolazioni verificatesi nell’apiario proprio a causa della deriva.
Alcuni accorgimenti
Esistono tre semplici metodi che possono essere introdotti nella gestione di qualsiasi apiario e che si dimostrano efficaci per la riduzione della deriva tra alveari:
1) l’uso di irregolari e non ripetitive disposizioni delle arnie e il loro piazzamento con la facciata rivolta in diverse direzioni;
2) l’uso di arnie colorate o di strisce colorate sopra o davanti l’entrata (bianco, nero, giallo e blu);
3) utilizzo di punti di riferimento vicino alle arnie (alberi, cespugli, siepi, recinti, ecc.).
Questi tre sistemi funzionano bene sia separatamente che in combinazione, ma il più facile e il più efficace da applicare, qualunque sia la dimensione dell’apiario, è il metodo della disposizione. Quasi tutte le disposizioni in cui le entrate delle arnie vicine guardano in direzioni differenti funzionano bene.
Circa 8-12 arnie per postazione con differenti disposizioni prossime le une alle altre danno degli ottimi risultati. Almeno 1-1,5 metri devono essere lasciati tra arnie adiacenti in modo che l’apicoltore possa muoversi agevolmente tra di loro.
Quasi tutte le disposizioni funzionano bene anche in luoghi non riparati dal vento, ma l’uso di frangivento favorisce la riduzione della deriva.
Nella scelta di una particolare disposizione o di una serie di disposizioni l’apicoltore deve tenere presente quanto segue: l’area occupata dall’apiario, la presenza o l’assenza di frangivento, la facilità di esecuzione dei lavori, la linea di volo delle api in funzione della disposizione, l’accesso per eventuali attrezzature pesanti da utilizzare (carri, carrelli di carico, ecc.) e da ultimo, e non meno importanti, le preferenze personali dell’apicoltore stesso.
S.C Jai (da B.R.A. Research News n” 4)
Excelente aporte, gracias por compartirlo, sobre todo a los que recién iniciamos chic está actividad en beneficio de estos insectos propensos al colapso. saludos desde Campeche, México