Il prof. IORI ha iniziato con l’analisi di una famiglia di api o alveare visto come sistema complesso che ha un equilibrio proprio, aperto e instabile, cioè soggetto a rapidi evoluzioni che lo portano anche al collasso.
Il sistema complesso si riferisce alla famiglia di api, composta da tanti elementi che comunicano tra loro mediante feromoni,vibrazioni e solo la loro unione permette risultati eccezionali che ben conosciamo: la regolazione della temperatura, la distribuzioni dei compiti etc… Il loro ‘successo’ esiste solo se restano una famiglia, basta prendere un’ape, questa da sola vive pochi giorni, tutte assieme fanno in breve tempo quegli enormi miracoli che tutti noi apicoltori conosciamo.
Si può parlare di un modello di collasso dovuto a diverse malattie parassite. La famiglia inizialmente si presenta ‘affaticata’ a causa di tossine, parassiti, scarsità di nutrimento. Se la famiglia è forte allora ci sarà una ripresa altrimenti le api si riducono fino a influire nella produzione (foraggio) e la famiglia arriva rapidamente al collasso.
Questo andamento si può avere anche per effetto di una covata raffreddata ovvero la temperatura della covata non resta a 35 C ma scende a 33 C. Questo porta alla morte delle pupe in soli 6 giorni.
Lo scopo dell’apicoltore è di mantenere questo equilibrio, intervenire se necessario. Come?
L’apicoltore deve quindi cercare di mantenere l’equilibrio , prevenendo il collasso, con metodi che riguardano la termoregolazione (volume arnia) , la selezione delle Regine, la gestione della varroa e il controllo di altre malattie.
Dimensioni alveare
Nel parlare della stabilità del sistema ho sottolineato il controllo della temperatura: discutiamo il ruolo del volume di un arnia nel mantenere l’equilibrio (e quindi la salute di una famiglia). Inizio da quello che avviene spontaneamente in natura dove l’uomo non mette mano, ovvero nel fenomeno della sciamatura.
Selezione delle Regine
Dopo aver discusso della termoregolazione come elemento importante dell’equilibrio di una famiglia ha analizzato un’altro aspetto assai importante: la selezione delle Regine. Non metodi di allevamento ma l’identificazione di tratti genetici utili per buon allevamento. Ad esempio la selezione come strumento per combattere le malattie, la varroa. Ha fatto presente che nella selezione si cerca di evidenziare la ‘resistenza spontanea’ ad una malattia non l’immunità . Nel senso che la resistenza può essere raggiunta proteggendo tramite medicinali la famiglia, ma questo porta alla lunga a creare famiglie altamente vulnerabili. Vanno seguite diverse famiglie e isolati tratti utili: ad esempio l’aspetto di igienizzazione che consiste nella pulizia delle celle. Altri tratti importanti sono, il grooming, ovvero rimuovere l’acaro da altre api, la sciamatura o il foraggiamento.
Varroa
Innanzi tutto riassumo alcuni aspetti importanti della varroa e quali possono essere le caratteristiche da perseguire per ridurre la popolazione. Gli aspetti che tentano di ridurre la crescita della varroa o la sua propagazione sono: il grooming ovvero pulizia, l’igiene della cella ovvero la pulizia che dedicano le operaie a ripulire pupe durante il ciclo riproduttivo, la durata del tempo di chiusura della cella (fuchi e operaie) e infine la infertilità.
Come paragonare metodi di cura applicati ai diversi apiari
Spesso si vuole confrontare risultati ottenuti in apiari differenti e capirne la sua validità statistica. Ha citato un metodo assai utile che può essere di aiuto: ovvero la verifica su un prodotto/metodo che riduce la varroa. Le probabilità, combinando le informazioni; Bayes ci viene incontro con una formula che si basa sulle frequenze che accada un evento. Ha evidenziato che quando si paragonano diversi metodi va tenuto presente anche la forte differenza climatica (esempio caduta di piogge) che può portare a discrepanze nel confronto dei risultati.
Conclusione
L’apicoltore deve quindi cercare di mantenere l’equilibrio , prevenendo il collasso, con metodi che riguardano la termoregolazione (volume arnia) , la selezione delle Regine, la gestione della varroa e il controllo di altre malattie. Ha elencato quattro regole per una buona apicoltura in cui prevalga l’equilibrio della famiglia:
• Alle api servono fiori per evitare malattie. In altre parole la salute di una famiglia è dipendente dal nutrimento. L’apporto d proteine riduce la presenza di virus. Durante la primavera una famiglia si rinnova in 5 settimane, questo significa che serve circa in 1kg di polline per settimana per mantenere la famiglia.
• Le api richiedono una ‘cavità’ calda e secca in cui far crescere la covata. Api affaticate dal freddo riducono la loro resistenza alle malattie. Arnie in pieno sole hanno meno problemi con la varroa.
• Ridurre i parassiti, come la varroa, mantenendo bassi i loro livelli. Per questo è importante crescere famiglie che presentano una resistenza alla varroa.
• evitare le tossine. Ruotare vecchi favi ed evitare esposizione a pesticidi.
Il “Sistema Complesso” alveare richiede il ruolo dell’apicoltore per ridurre la suscettibilità genetica alle malattie, per mantenere la biodiversità e ridurre lo squilibrio del sistema.
Un modo di procedere avvalorato dai risultati della ricerca a cui si è arrivati nell’affascinante mondo delle api.
Maurizio IORI Apicoltore, Ricercatore e Docente presso la Facoltà di Scienze – Università La Sapienza di Roma Maurizio IORI è l’autore del libro “Lo sciame intelligente”.
Fotografie di Gilberto Turatti Tecnico Apistico Regionale.
Apimarca News n.5 del 24 marzo 2013.