Dopo i casi di ritrovamento in Calabria di “Aethina Tumida”, il mondo apistico sembra allarmato in tutta l’Italia e s’interroga sul nuovo nemico. La presenza del coleottero Aethina Tumida, detto anche piccolo coleottero dell’alveare, è stata confermata per la prima volta in Italia il 5 settembre nel Comune di Gioia Tauro.
Potrebbero, purtroppo, anche scattare misure particolari nei confronti dell’Italia, come ad esempio il divieto di esportazione di regine, pacchi e sciami d’api. Si rammenta che l’ape italiana, o anche apis mellifera ligustica, è stata riconosciuta come la più pregevole che esista, dalle migliori competenze apistiche d’ogni parte del mondo, con tutte le buone qualità che le altre razze o non hanno, o hanno in minor grado. L’ape italiana da ottimi prodotti, perché è una foraggiatrice instancabile durante la grande fioritura; e quando questa scarseggia. Sono tante e diverse le iniziative che le associazioni e i gruppi organizzati del mondo apistico stanno attivando, soprattutto per informare gli apicoltori del nuovo nemico delle api.
A livello nazione l’Unaapi e la Fai, hanno inviato nei giorni scorsi alla dottoressa Gaetana Ferri, Direttore Generale della Sanità Animale del Ministero della Salute, una lettera con la quale si offre la piena collaborazione ad intervenire, per quanto di competenza, ai fini dell’eradicazione del parassita ritrovato in Calabria. E’ stata, in particolar modo, evidenziata anche la necessità di prevedere l’attivazione di procedure d’indennizzo per gli apicoltori ai quali viene imposta la distruzione degli alveari colpiti dal parassita.
Nel frattempo è appena finito in Campania, il convegno “Conosciamo Aethina Tumida e non solo” tenutosi presso la sala consiliare del bellissimo Comune di Presenzano, posto nell’Alto Casertano e che sorge nell’alta valle del fiume Volturno, tra una serie di borghi medievali fortificati, posti sulle alture che dominano le direttrici di collegamento tra la Campania e il Molise. Evidente e forte la voglia di collaborazione tra Istituzioni, ricerca scientifica ed apicoltori. E’ palese che una maggiore sinergia e collaborazione consenta di poter aumentare il livello di qualità dell’apicoltura, di conoscenza e di dialogo.
Il convegno è iniziato nel pomeriggio con l’introduzione del programma dell’iniziativa e la presentazione dei relatori, da parte dell’ing. Gianfranco Visco, Presidente della Fondazione Luigi Terriaca, che ha poi ceduto la parola al giovane avvocato Andrea Maccarelli, Sindaco del Comune di Presenzano e Delegato Nazionale A.N.C.I.
Il Sindaco ha ringraziato i relatori intervenuti ed i numerosissimi partecipanti, imprenditori e non, provenienti dal territorio campano e molisano. Ha evidenziato, nel suo breve intervento di saluti, la centralità e l’ospitalità del Comune di Presenzano per la promozione concreta del territorio e delle sue qualità, dell’agricoltura e dell’apicoltura.
Successivamente è intervenuto Riccardo Terriaca, Presidente del Gruppo Cooperativo Paritetico VoIAPE, che ha rilevato positivamente il primo obiettivo raggiunto di questa iniziativa che ha visto la ricerca scientifica, gli apicoltori e le istituzioni, dialogare sulla questione come attori della filiera. Ha ricordato quanto accaduto lo scorso settembre in Calabria circa il rinvenimento del piccolo coleottero dell’alveare, Aethina Tumida, approfondendo le possibili ipotesi di provenienza del coleottero ed in particolare evidenziando la posizione geografica della piana di Gioia Tauro, in considerazione della presenza dell’importante porto dove arrivano ogni giorno navi da ogni parte del mondo.
“Il segnale che vogliamo lanciare” secondo Terriaca “è quello di seguire la strada comune con tutti gli attori del mondo apistico per un dialogo aperto”.
A seguire il dr. Gennaro Di Prisco, PhD Università di Napoli, ha illustrato ai partecipanti, dal punto di vista biologico e anche con la proiezione di diverse slide, il coleottero Aethina Tumida Secondo Di Prisco: “L’Aethina Tumida è originaria del Sudafrica, area dove le api sembrano non risentire della sua presenza. Già nel 1996 sono stati rinvenuti esemplari di Aethina Tumida negli Stati Uniti” era solo questione di tempo, non occorre allarmarsi, occorre studiare il coleottero. Ha anche fatto, come si dice, “toccare con mano” un esemplare di Aethina Tumida e le sue uova. Ovviamente parliamo di esemplari innocui, non più vivi e custoditi in ambiente protetto. Continua Di Prisco “La diffusione non è nota. L’uovo ha la forma di chicco di riso lucido che viene depositato nell’alveare nelle celle” Dall’uovo nasce la larva, con zampe e spine sulla parte dorsale. Dopo la larva diventa pupa fino a diventare adulto. A differenza della varroa non si è coevoluto come la varroa. L’adulto depone nella vita fino a ca. 2000 uova. Il ciclo di vita è legato alla temperatura dell’ambiente. Preferisce una temperatura maggiore di 10 °C. Le larve producono i danni maggiori perché mangiano di tutto come cera, polline e miele arrivando all’estrema conseguenza della perdita della famiglia. Inoltre possono inquinare con le feci il miele fino a farlo fermentare. Le larve, escono dall’alveare, scavano un solco nel terreno circostante l’alveare e li diventano pupe. Ha un colore marrone tendente al beige, fino a diventare di colore nero.
Per la difesa degli alveari sono stati consigliati, anche dall’esperienza americana come emerso dalla proiezione del filmato dimostrativo, un sistema di prevenzione basato sulla gestione ottimale e il controllo degli alveari.
Il convegno ha visto anche l’intervento di Gennaro Granata, Vice Presidente del CoNaProA e delegato regionale per la Campania di “Giovane Impresa di Coldiretti”, che ha illustrato i “Cenni sul monitoraggio e sui mezzi di lotta possibili”, evidenziando, nel suo breve intervento, come l’agricoltura stia vivendo in questi ultimi anni diversi cambiamenti che arrecano spesso ingenti danni al settore. Aggiunge “basti pensare al cinipide del castagno, al verme della palma e oggi anche ad Aethina Tumida per le api”.
Hanno concluso il convegno, i diversi interventi del dr. Luciano Ricchiuti, dell’IZS Abruzzo e Molise, dr. Carlo Ferrara, del Servizio Veterinario Regione Campania, il Prof. Antonio De Cristofaro dell’Università del Molise e il Prof. Emilio Caprio dell’Università di Napoli.
L’iniziativa, organizzata nei minimi particolari e apprezzata dai tanti partecipanti, si è conclusa in serata con la distribuzione gratuita delle trappole a tutti i presenti.
Christian Pilotti