venerdì , 1 Dicembre 2023
sciamatura
Foto di Antonio Angrisani

Ansia sciamatura

Siamo ad aprile, le nostre api sono già attive e a noi apicoltori, man mano che passano i giorni, cresce l’ansia da sciamatura che colpisce tutti, senza distinzioni, principianti e apicoltori navigati ed è un timore giusto e sacrosanto: se le api sciamano non ci fanno miele (ne siamo sicuri?). Questo è vero ma solo in parte.

Innanzitutto dobbiamo tenere a mente un concetto fondamentale: la sciamatura è la modalità di riproduzione della colonia! Quindi non dobbiamo considerarla un flagello, anzi proprio per la nostra ammirazione verso questi insetti dovremmo rallegrarci quando vediamo che si preparano per riprodursi e ricordarci che la sciamatura per loro è un terno al lotto e lo sciame può incorrere in svariati imprevisti (perdita della regina, forti temporali improvvisi, incapacità di trovare un nuovo nido…).
I fattori che portano una famiglia ad organizzarsi per sciamare sono svariati: eccessiva stimolazione attraverso la nutrizione che ha portato ad un precoce sviluppo delle colonie; elevato numero di api ceraiole; scarso spazio per nuova covata; maltempo; età della regina, tendenza genetica delle sottospecie alla sciamatura.

Tutti questi aspetti andrebbero approfonditi ma in questi anni ho capito che alla fine, se vogliamo evitare di incentivarle troppo alla sciamatura ci dobbiamo ricordare semplicemente che: Alle api serve spazio! Stare in un nido troppo affollato è un po’ come stare in un rifugio di montagna durante un acquazzone estivo: ti ritrovi ammassato gomito a gomito con altri escursionisti sudati, fatichi a parlare perché c’è troppo casino, non trovi un tavolo dove sederti e la temperatura all’interno aumenta notevolmente…appena esce il sole tutti si fiondano fuori dalla porta.

Le api non devono annoiarsi! Pensate ad una colonia in pieno sviluppo durante il periodo di importazione, nel nido troverete un numero elevato di api nutrici che si danno un gran da fare a nutrire le larve, ma se la regina non ha più spazio dove deporre covata fresca queste restano disoccupate e quindi iniziano ad organizzarsi per traslocare. Motivo di noia potrebbe essere il maltempo prolungato dove le giovani api di casa sono costrette a condividere per troppe ore al giorno lo spazio con le bottinatrici momentaneamente disoccupate e annoiate.
Per cui assicuriamoci di dare spazio alle nostre famiglie e sopratutto posto dove la regina possa deporre e magari “rubiamogli” qualche telaio di covata nascente per fornire imminenti nuove nutrici ad altre famiglie bisognose. Se, nel tentativo di alleggerire una famiglia togliamo invece telai con covata fresca non facciamo altro che favore il processo di sciamatura.

sciamaturaMolti per contrastare la sciamatura, ogni 3-5 giorni si recano in apiario e rompono le celle, io faccio di tutto per evitare questo, perché mi sembra uno spreco e una mancanza di rispetto nei loro confronti. Le regine allevate nelle celle reali da sciamatura sono quelle allevate nel miglior modo possibile: perché chi meglio delle api sa fare questo lavoro? Loro sanno qual’è il periodo giusto, quando la colonia è al massimo della sua forza, con buone scorte di miele e polline, ma sopratutto quando ci sono moltissime api nutrici in grado di fornire alle larve pappa reale in abbondanza. Non vengono allevate in una situazione di emergenza come nel caso delle celle da orfanità o in un periodo dove la qualità delle api nutrici è bassa, sono regine che vengono accudite con estrema cura e alimentate a dismisura, perché devono essere al massimo della forma per permettere la continuità di quella colonia.

Quindi perché non pensare di usare proprio queste celle reali di ottima qualità per crearci nuove famiglie? Soprattuto se si tratta di famiglie che hanno caratteristiche che ci interessano, così ci risparmiamo il traslarvo! Molti però ritengono questa idea un’eresia, perché convinti che il carattere della tendenza alla sciamatura sia ereditario e addirittura eliminano le regine che hanno sciamato. Ma siamo proprio sicuri che sia colpa della genetica?
L’ereditabilità di un carattere è data dal rapporto fra la parte genetica e quella ambientale e viene considerata bassa quando il valore è minore di 0,15, media se compreso fra 0,15 e 0,40, alto se superiore di 0.40… ecco la tendenza alla sciamatura ha una ereditabilità dello 0,12, per cui nella tendenza alla sciamatura a fare la differenza è l’ambiente (ergo l’apicoltore) più che la genetica.

Quindi se una famiglia ha delle caratteristiche che vi piacciono come la precocità di sviluppo, il carattere docile, la parsimoniosità nel consumo invernale di scorte ecc. che ve la rendono simpatica, non biasimatela se decide di sciamare, è nella sua natura e magari voi non le avete creato un ambiente ideale per scongiurare questo evento, anzi potreste cogliere l’occasione per usare quelle celle reali per fare nuove figlie e adottare tecniche di contenimento diverse dalla rottura delle celle come il confinamento della regina in Bigabbia per qualche giorno. Anche perché solitamente quando iniziano a fare celle reali la decisione per loro è stata presa e se ci limitiamo alla semplice rottura prima o poi l’avranno vinta loro.

Meglio è, se vogliamo dormire sonni tranquilli, prevenire la formazione delle celle dando spazio, fornendo preferibilmente fogli cerei o addirittura lasciando costruire a loro il favo per intero, così da dar lavoro alle ceraiole e nuovo posto di deposizione alla regina. Togliere telai di covata opercolata e api per abbassare il numero di inquilini nell’arnia. Aumentare lo spazio abitativo con un melario (se le temperature e le risorse lo consentono) o addirittura, se siamo nel pieno del periodo produttivo, possiamo aggiungere un secondo melario e spostare due, tre telai di covata opercolata (in base alla forza della famiglia) a melario e nel nido aggiungere al loro posto fogli cerei. In un solo colpo otteniamo un notevole aumento dello spazio, diamo nuovo lavoro alle ceraiole e alle nutrici e una volta che la covata dei telai a melario è nata possiamo scegliere se toglierli o farli riempire così da mettere da parte due telai di scorte da usare all’occorrenza.

di Alessia Benini
Fonte: ApicUltori Veneti, circolare aprile-maggio 2022

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Un commento

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