giovedì , 30 Novembre 2023

Il rinnovo delle regine

La regina può rimanere in vita nell’arnia o in successivi sciami fino a 5 anni: il problema è che dal secondo anno sia la produzione di uova fecondate che quella di feromone reale diminuiscono, causando problemi di minor quantità di operaie, più quantità di fuchi, maggiore tendenza alla sciamatura e, in definitiva, minor produzione e calo dei benefici. Per questo motivo è raccomandabile cambiare la regina ogni due anni al massimo.

La regina giovane produrrà più larve e aumenterà la popolazione, e come conseguenza la produzione; il maggior vigore della colonia significa anche l’incremento del comportamento igienico delle api e la diminuzione delle malattie della covata. Si ha inoltre più produzione di feromoni e quindi meno tendenza alla sciamatura.

Foto di Antonio Angrisani

Per il cambio della regina possiamo seguire differenti tecniche; la rinnovazione naturale per opera della colonia stessa è il metodo meno raccomandabile, è meglio uccidere la regina e lasciare che continui il processo naturale, magari tornando dopo 4-6 giorni per eliminare le celle reali già opercolate, assicurandoci che si mantengano ancora aperte altre celle reali. Così otteniamo che le nuove regine siano cresciute a partire dalle larve più giovani, e che dal primo momento ricevano tutte le cure necessarie. Possiamo anche introdurre qualche telaino di covata giovane proveniente da altre arnie, interessanti per le loro buone qualità (produzione, poca aggressività, sanità); permettendo che giungano a buon fine solo le celle reali di questi telaini.

Un’altra possibilità è quella di introdurre una regina allevata in un’altra arnia, come regina vergine (più difficile), regina fecondata (più veloce e sicuro) o cella reale prossima all’apertura (sicuro e più economico). Alla fine, la nuova regina deve essere marcata con il colore corrispondente all’ anno in corso, per facilitarne la localizzazione, riconoscerne l’età, capire se è avvenuta una sostituzione, ecc.

Flores J.M., Ruiz J.A.,  Ruz J.M.,  Puerta F.,  Calero M.J..
Fonte: “L’ape nostra amica anno XXII numero 6”

Info Redazione

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