Tra gli apicoltori è ancora aperta e senza fine la discussione sull’ opportunità o meno di nutrire le api. Per cercare di chiarire se è opportuno o meno attuare questa pratica, bisogna innanzi tutto rispondere alla seguente domanda: quale vantaggio ci aspettiamo dalla nutrizione?
Esistono diversi tipi di alimentazione, e ciascuno di questi deve essere attuato nel modo corretto per avere i risultati sperati.
La più diffusa e conosciuta è sicuramente quella di stimolazione, applicata ogni qualvolta noi vogliano ottenere delle prestazioni maggiori dalle nostre api: in primavera per stimolare lo sviluppo delle colonie, tra una fioritura e l’altra per mantenere forti le stesse, ecc.
Un altro tipo di nutrizione è quella quantitativa, che in alcuni casi si rende necessaria per rimpiazzare il miele asportato con i melari e risulta indispensabile per l’alimentazione della colonia.
Un terzo tipo di alimentazione è quella invernale, necessaria alle api per sopravvivere durante i mesi freddi: in questo periodo le api consumano soprattutto glucosio e fruttosio, anche per mantenere la temperatura nel glomere, e a questo scopo lo sciroppo di zucchero risulta quasi più idoneo (oltre che più economico) rispetto al miele, che in qualche caso può dare anche problemi per la tendenza a cristallizzare.
La decisione di nutrire o meno le api deve essere quindi presa considerando gli effetti che vorremmo avere dalla stessa: in ogni caso la tecnica deve essere ben pianificata e attuata nel modo più corretto. Nutrire troppo può risultare negativo come non nutrire del tutto.
Horr B. Z.
Fonte: “L’ape nostra amica, Anno XXIV-N. 6”