Spesso, ci si trova vicino a casa, se non addirittura nel proprio giardino o nel cassonetto di una tapparella, un fenomeno naturale da osservare, però, a debita distanza. Si tratta della sciamatura delle api. Si dice che se si lascia tranquilli questi insetti non succede niente: fanno quello che devono fare con l’ape regina e, poi, nell’arco di qualche giorno, traslocano altrove. Ciò non toglie che, per quanto si tratti di un fenomeno naturale, non sia comunque inquietante. Anche perché potrebbero decidere che in quella casa si sta talmente bene che non si trasloca più. A quel punto, una mossa falsa può avere delle gravi conseguenze.
Dunque, come ci si deve comportare e chi chiamare per uno sciame di api? Di istinto, si pensa ai Vigili del Fuoco. In realtà, non è il 115 il numero da comporre, se non in casi eccezionali che vanno valutati in un secondo momento, a meno che ci sia un rischio per la sicurezza pubblica, cioè che l’alveare si trovi in un punto in cui c’è un reale pericolo per la collettività, come può essere, ad esempio, la porta d’ingresso di una scuola.
Quindi, se non sono i pompieri, chi chiamare per uno sciame di api? Vediamo.
Sciame di api: come e perché si forma?
Un fenomeno naturale, dicevamo. Perché le api non riescono a vivere da sole, devono «naturalmente» vivere in colonia.
La sciamatura si forma quando sta per nascere o è appena nata una nuova ape regina. Lo sciame esce dall’arnia e le api esploratrici cominciano a cercare un luogo in cui stabilire la nuova colonia. Questo luogo può essere l’incavo di un albero, un sottotetto o anche il cassonetto delle tapparelle. Individuato il luogo, vanno a chiamare le altre e parte lo sciame con tutte le api, compresa la regina. Una curiosità: in quel momento, gli insetti formano e sprigionano una sostanza chiamata feromone di Nasonov che lascia una scia odorosa per tenere unito lo sciame; se qualche ape si perde per strada, potrà riunirsi con le altre seguendo questa scia.
Le api, prima di partire, si sono riempite completamente di miele per avere il nutrimento di «scorta», nel caso in cui ci voglia parecchio tempo per individuare il luogo prescelto. Giunte a destinazione, se ne stanno ferme per uno o due giorni, appese a grappolo, senza agitarsi, mentre viene formato il nuovo alveare con il miele che hanno nell’addome.
In questa fase, raramente l’ape arriva a pungere, poiché è talmente piena di miele che fatica a piegarsi per estrarre il pungiglione. Detto questo, meglio starle alla larga. Anche perché uno sciame può contare decine di migliaia di api.
Sciame di api: chi chiamare?
Si diceva che, durante la sciamatura, le api sono talmente piene di cibo che faticherebbero a pungere anche volendo. Certo, non conviene verificare una per una quanto siano piene di miele, quindi meglio tenersi a distanza.
Mai commettere l’errore di prendere un bastone, una scopa o qualche sasso per colpire l’alveare e pensare di allontanare così le api. Uno di questi insetti, da solo, non fa danni, ma qualche migliaio di api messe insieme possono essere molto pericolose, anche perché tendono sempre a proteggere la regina da qualsiasi ipotetico pericolo. L’importante, comunque, è evitare movimenti e rumori forti, cioè non mettersi a urlare o non tentare di colpire l’alveare. Se non viene fatto niente di tutto ciò, l’unico disturbo che possono creare le api è il loro ronzio (dà fastidio una zanzara di notte, figuriamoci cinquantamila api). Per il resto, se lasciate stare, non attaccano.
Ognuno deve fare il suo mestiere, quindi meglio lasciare il compito di occuparsi dell’alveare a chi se ne intende. Quindi, se ti chiedi chi chiamare per uno sciame di api, la risposta più adeguata è un apicoltore.
Occorre premettere che le api sono una specie protetta e che, quindi, bisogna evitare di ucciderle. Ecco perché affidarsi alle mani esperte di un apicoltore è la soluzione migliore. Tra l’altro, non è detto che lo sciame che ha deciso di traslocare abbia vissuto prima da lui.
L’apicoltore saprà come muoversi e come raccoglierle, dopodiché gli insetti diventeranno di sua proprietà. Già questo potrebbe essere il compenso per il suo lavoro, ma può anche chiedere di intervenire in cambio di una somma di denaro, se non altro come rimborso. Non tanto della spesa per raccogliere le api quanto perché averne di più significa per lui un ulteriore investimento.
Sciame di api: quando chiamare i Vigili del Fuoco?
Normalmente, i Vigili del Fuoco non intervengono di fronte ad uno sciame di api. Lo fanno solo in casi eccezionali, vale a dire quando può essere a rischio la sicurezza o l’incolumità delle persone o delle cose.
I pompieri vanno chiamati (magari dallo stesso apicoltore) quando l’alveare è collocato in un punto di un albero o di un edificio talmente alto che per poter raccogliere gli insetti ci vuole la loro scala per arrivarci in completa sicurezza.
Carlos Arija Garcia
Fonte: la legge per tutti
Oggi (sabato) è arrivato uno sciame d’api a 5-6 metri dall’ingresso di casa mia su un giovane albero dai rami fragili. Temendo per il maltempo che sta affliggendo da giorni la nostra zona mi sono preoccupata di chiamare un apicoltore. Inoltre ho dei bambini e non vorrei che si configurassero involontari incidenti. Le api si sono raccolte a grappolo in cima all’albero ad un’altezza di 8-10 m.
L’apicoltore, che comunque potrà venire solo lunedì, non può salire con una scala e così ho chiamato, su sua indicazione, i vigili del fuoco che, dopo varie telefonate mi hanno infine avvisato che non sarebbero venuti e di chiedere ad un privato il mezzo con cestello, necessario per consentire all’apicoltore di raggiungere le api.
Sta arrivando un temporale e ora l’albero oscilla come prevedevo. È triste vedere che una specie protetta è di fatto abbandonata a se’ stessa. Spero che il temporale sia l’occasione per loro di trovare un riparo più sicuro di quei fragili rami.