Vi sono molti metodi per eseguire la sciamatura artificiale, senza approfittare di quella naturale. Mi limiterò a spiegarne due, poiché mi pare di avere offerto molte possibilità con i vari metodi collegati con la sciamatura naturale.
3. Due giorni dopo, si controlla l’accettazione. I casi di non accettazione, non li conosco, ma se per qualche ragione imprevedibile ciò accadesse, è necessario introdurre un’altra regina feconda. Non si può lasciare alle api il compito di allevarsene una, perché la stagione è troppo avanzata e non si avrebbe certamente un buon risultato.
- Prendiamo dall’alveare A il favo contenente la regina e lo mettiamo nell’arnia C.
- Riempiamo la C di telaini con fogli cerei armati.
- Spazzoliamo in C tutte le api di A.
- Spostiamo B di alcuni metri e mettiamo al suo posto l’arnia contenente i favi di covata di A.
Se abbiamo una regina feconda la introduciamo col miele in A. Altrimenti possiamo lasciar fare alle api, seguendo attentamente l’alveare per constatare l’avvenuta fecondazione della nuova regina. Naturalmente se la regina andasse perduta è necessario riparare all’orfanità nel modo migliore. Alla fine dell’operazione abbiamo questo risultato:
- In A abbiamo i favi con la covata primitiva e le bottinatrici di B.
- In B abbiamo un alveare che ha perduto le bottinatrici.
- In C abbiamo un grosso sciame che deve costruire il nido e allevare la covata.
Questa sciamatura va fatta in tempo d’importazione. Con buona stagione i tre alveari possono dare anche del miele.
Così è della sciamatura guidata, del primo e secondo metodo. Ma se vogliamo accettare l’aumento degli alveari, i tre metodi possono raddoppiare gli alveari se mettiamo la Treporte a qualche metro di distanza invece che sopra l’alveare con la regina vecchia. Possiamo ugualmente avere una discreta produzione di miele e il cambio delle regine.