Un lavoro da farsi o perlomeno consigliato in settembre è il restringimento dei nidi: levare uno o due favi laterali anche se pieni di miele e metterli in magazzino, saranno utili la primavera prossima; stringere le api su 9 – 8 favi e mettere i diaframmi, la regina così si porterà al centro con la covata e avremo un nido più raccolto, piccolo sì ma molto efficiente e pronto per affrontare la stagione avversa; se possibile mettere al centro un favo vuoto appena smielato, verrà subito pulito e riempito di covata che sarà molto utile nel tardo autunno per la raccolta degli ultimi sprazzi di nettare e polline.
I favi da melario dopo la smielatura nella maggior parte dei casi si usa darli da pulire alle api per poi immagazzinarli, io però è da anni che non lo faccio più, per due motivi:
- se non si è bene accorti e l’operazione non si fa si sera e con cautela si rischia il saccheggio;
- ho notato che dando la primavera successiva i favi odoranti di miele vengono subito occupati dalle api anche in alveari un po’ deboli e una volta occupati non vengono più abbandonati.
Certo qui è tutta questione di opinioni, poi ognuno fa come crede e come può.
La tarda estate è molto pericolosa per il propagarsi delle tarme della cera e non è raro aprire armadi o cassoni pieni di farfalle e voraci larve che in pochissimo tempo distruggono la cera e intaccano il legno, bisogna controllare spesso e tener periodicamente bruciato dello zolfo; oggi c’è in commercio anche l’anidride solforosa spray ma attenti che è molto pericolosa se aspirata dall’uomo.
lo consiglio i dischetti di zolfo meno pericolosi e molto efficaci. Passato il raccolto è il momento anche di pensare alla salute delle api e chi avesse riscontrato a primavera acariosi o nosemiasi anche se ha fatto i trattamenti necessari è bene ripetere le analisi e se è il caso trattare nuovamente garantendosi così un buon invernamento.
Non dare mai medicinali preventivi senza aver fatto l’accertamento di eventuali malattie, sarebbe buttare soldi, inquinare gli alveari e procurare assuefazione alle api.
Questo vale non solo per nosemiasi e acariosi ma anche per tutte le altre malattie, varroa compresa.
Cerchiamo quindi di diventare un pò tutti esperti con l’informazione e la cultura apistica e certamente saremo in grado, se non di debellare tutte le malattie, ma almeno di convivere e produrre come si fa ormai da tempo in molti paesi a noi vicini. Se proteggiamo e salviamo questo meraviglioso imenottero proteggiamo e salviamo la natura e noi stessi che ne facciamo parte.
Francescatti Pietro
Molto interessante