Nel corso dei secoli le api sono state studiate per comprendere la loro eccezionale capacità di adattarsi ai mutamenti, capacità dimostrata in oltre 30 milioni di anni di presenza sul pianeta.
Infatti, questo piccolo insetto è stato, ed è, in grado di cambiare l’aspetto della terra e grazie a lui le piante angiosperme si sono evolute e sono arrivate a noi, condizionando anche le nostre abitudini alimentari.
Per trasmettere il proprio patrimonio genetico – contenuto nel polline – queste piante producono nettare, una sostanza zuccherina inutile per la vita della pianta stessa, ma nutrimento indispensabile per gli insetti impollinatori.
Questi, in particolare le api, raccogliendo il nettare si sporcano di polline che verrà trasportato in maniera del tutto casuale ad altri fiori, realizzando un meccanismo fondamentale per il mantenimento della biodiversità: quello dell’impollinazione.
Le angiosperme sono affrancate da sistemi meno efficaci e troppo variabili, come il vento e l’acqua e, affidandosi a questi industriosi insetti, sono riuscite a giungere fino a noi.
La “simbiosi” è talmente efficace che il fatto che le api europee non vedano il colore rosso ha determinato, nel nostro continente, la scarsa presenza di fiori spontanei di questo colore e un’abbondanza di fiori dai colori visibili alle api, la gamma che va dal bianco all’ultravioletto.
Senza la presenza di questi piccoli insetti non ci sarebbe la straordinaria varietà di fiori e di piante e si valuta che il 70% delle piante commestibili dipenda dalla presenza delle api: zucchine, fagiolini, fragole, mele, pesche, melanzane e moltissime altre, sarebbero tutte specie a rischio senza di loro! In Europa, per il ruolo che svolge nell’impollinazione delle colture, l’ape risulta la terza specie per importanza economica tra gli animali domestici, preceduta solo dall’allevamento bovino e suino.
Il servizio d’impollinazione di un alveare in un anno vale per la collettività, circa 1.240 Euro, solo per la fecondazione delle colture (Fonte: Ministero Politiche Agricole Alimentari e Forestali) In una giornata favorevole, le api di un alveare possono visitare fino a 225.000 fiori.
L’impollinazione che ne deriva è particolarmente efficace, perché “omologa” grazie a quella che viene definita “la fedeltà” dell’ape al fiore. Infatti, grazie a un elevato grado di comunicazione presente nelle colonie, le prime esploratrici quando trovano fioriture abbondanti,rientrano nell’arnia e comunicano alle compagne le coordinate precise per raggiungere quelle aree e quei fiori.
Fonte www.rivistanatura.com