giovedì , 30 Novembre 2023
Ape regina che cammina su un telaino da nido

Lo sciame canoro

Finora non ho accennato ai secondi o terzi sciami perché seguendo le istruzioni date essi vengono impediti in senso assoluto.

Tuttavia riconosco di dover ammettere che non tutti possono guidare la sciamatura nei modi descritti. Quindi succederà che lo sciame non atteso uscirà e in qualche caso, dopo una settimana, sarà seguito dallo sciame secondario.

Perciò è necessario compiere alcune osservazioni che ci faranno vedere nuovi aspetti meravigliosi dell’istinto delle api. Partito il primo sciame accompagnato dalla regina feconda, con tutto il complesso dell’alveare, restano le celle reali dove le giovani regine stanno maturando.

Un giorno o due dopo l’uscita dello sciame, come dal chiusino d’una botola, esce dalla cella reale la prima regina. Per istinto, come primo compito, va in cerca delle sorelle e le trafigge col pungiglione mentre sono ancora chiuse nelle loro celle, affidando alle api il compito di trascinare i cadaveri fuori dell’alveare. Fra le regine espulse se ne vedono sul terreno di quelle ch’erano già mature, belle, vigorose, che fanno pensare: peccato non averle utilizzate. Osservando simili regine m’è venuta l’idea di sfruttare la sciamatura nei modi descritti.
Dopo la strage, la giovane regina, padrona indiscussa dell’alveare, aspetta il tempo opportuno per compiere il volo di fecondazione.

Compiuto felicemente questo, l’alveare riprende la vita normale allevando api e accumulando scorte per fronteggiare la cattiva stagione che sentono per istinto che verrà.

Questo è il caso più frequente, normale nella vita dell’alveare. Ma c’è pure un altro caso, abbastanza frequente, molto interessante. È quello che si verifica quando la giovane regina viene impedita di compiere la strage delle sorelle. Le api si stringono intorno alle celle reali in atto di difesa. Sembra che dicano: Il miele e il polline abbondano, la stagione è bella, siamo ancora troppe in questa casa troppo calda, vogliamo dividerci di nuovo e formare una terza famiglia:

Non trafiggere le sorelle! La reginetta s’innervosisce, percorre in lungo e in largo i favi, sui fianchi dei quali pendono come ghiande le celle reali, dove si trovano le giovani sorelle.

Molte sono già mature e vorrebbero uscire, ma le guardiane impediscono loro l’uscita. Altre sono allo stato di crisalide e altre ancora ninfe appena opercolate, alle quali mancano cinque sei giorni alla maturazione. La regina che obbedisce alla legge dell’istinto, amministrata dalle operaie, accetta il suo destino e si prepara ad uscire con il secondo sciame. Ci vogliono ancora sei sette giorni, perché dovrà volare lontano e perciò aspetta la maturazione.

Ma l’istinto le suggerisce di accertarsi che dopo la sua partenza sia nell’alveare una regina che continuerà la vita nel ceppo. Perciò si mette a chiamarla e partirà soltanto quando udrà la risposta di una o più sorelle vive, ancora chiuse nelle celle. La chiamata della regina e un suono sottile che pare venga da una corda di violino: un tuii prolungato per due, tre secondi. Ma ciò che meraviglia di più è la reazione delle api che si trovano sul favo dove la regina canta. Ad ogni ripresa del tuii, le operaie si fermano come incantate, pare che facciano quel gesto perché la regina possa sentire l’eventuale risposta delle sorelle. La regina percorre i favi camminando sopra le operaie e fermandosi ogni 7 – 8 secondi per emettere il suo richiamo. Nel momento in cui canta si appiattisce sul favo, strofina un’ala sull’altra come l’arco sulla carda e ne fa uscire il richiamo.

Intanto le sorelle mature imparano a rispondere. Probabilmente anch’esse strofinano un’ala con l’altra, ma dal chiuso della cella esce un suono opaco, quasi di raganella. Stando vicino all’arnia si può sentire iI richiamo e la risposta.

Osservando da vicino una cella che contiene una regina chiusa, che risponde, si nota che l’opercolo è già forato tutt’intorno e le api attraverso quei forellini possono nutrire le regine prigioniere, in attesa della partenza dello sciame, chiamato canoro perché accompagnato dalla regina canora. Quando, di sera, si sente il richiamo e la risposta, si può essere certi che il giorno dopo, col bel tempo lo sciame canoro uscirà. Si può anche impedirlo, visitando verso le 7 di mattina l’alveare ed eliminando tutte le celle reali.

Se lo sciame è già uscito, è necessario raccoglierlo al più presto, mettendo nell’arnia che lo riceve un favo di covata liberato dalle api. Altrimenti lo sciame secondario potrebbe partire dopo poche ore.

Naturalmente questo sciame con regina vergine va controllato finché la nuova regina sia feconda.

Nel dubbio, dopo 15 giorni, s’introduce nell’alveare un favo contenente uova e larve; si controlla dopo 3 giorni. Se l’alveare è orfano, avrà iniziato l’allevamento di regine. Se non ci sono celle reali è segno certo che la regina c’è: la troveremo proprio su quel favo.

Abramo Andreatta.
Articolo tratto dalla rivista “le nostre api” Anno XIII – N.4 – Aprile 1985 pubblicata dal Consorzio Apistico Provinciale di Trento.

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