sabato , 7 Settembre 2024
I pericoli di nutrire le api con polline e zucchero invertito “fatto in casa”.Pag. 1 di 5

Nutrizione estiva e preparazione all’inverno

Uno dei maggiori problemi che compongono quel preoccupante fenomeno definito come declino delle api è la riduzione della flora nettarifera e pollinifera. La scarsità di fonti di polline e nettare durante lunghi periodi di tempo acuiscono gli effetti negativi delle altre gravi problematiche che minacciano gli apoidei in generale e le api da miele in modo particolare. È noto, infatti, che api che possono approvvigionarsi di fonti di polline vario e abbondante possono meglio rispondere alle possibili interferenze dei prodotti fitosanitari e alle patologie, ed anche alle problematiche causate dalle modificazioni climatiche.

Queste negli ultimi anni stanno provocando, soprattutto con i ritorni di freddo e le prolungate precipitazioni in primavera, gravi difficoltà di approvvigionamento alimentare alle api ed agli impollinatori in genere.

Gli apicoltori si sono trovati a combattere con la  scarsità di polline e di nettare delle proprie api ma, purtroppo, le soluzioni trovate in alcuni casi si dimostrano poco efficaci se non controproducenti.
Chi fa apicoltura da qualche decennio non può che rendersi conto che il ricorso all’alimentazione artificiale è oggi divenuta una prassi se non addirittura una precondizione per cercare di ottenere una adeguata produzione e quindi per far quadrare il bilancio aziendale. Sempre più frequentemente le alimentazioni artificiali hanno lo scopo di mantenere in vita le colonie.

STAGIONE APISTICA 2024
Anche la stagione apistica 2024 è stata caratterizzata durante tutta la primavera dal susseguirsi di anomale e sfavorevoli condizioni meteorologiche, in particolare con il ripetersi di lunghi periodi di basse temperature e piovosità elevate e frequenti. Solo ad estate inoltrata le condizioni meteorologiche si sono stabilizzate e, fortunatamente, le intense piogge dei mesi precedenti hanno permesso alla vegetazione spontanea di mantenersi fresca e produttiva per le api. Questa combinazione di fattori meteorologici, tuttavia, ha in molti casi messo in difficoltà le aziende apistiche in conseguenza delle mancate o ridotte produzioni e dello sviluppo
stentato delle colonie. In diversi momenti dell’anno nel Nord Italia, soprattutto nella prima parte della stagione apistica, le colonie presentavano infatti un ridotto contenuto di scorte, sia zuccherine che polliniche, insufficiente per lo sviluppo ottimale della covata e delle colonie che in diversi gravi casi ha condotto ad un blocco della covata o, ancor peggio al collasso delle stesse. In queste situazioni, che si sono presentate in periodi nei quali solitamente le api hanno grandi disponibilità di nettare e polline da bottinare, come il mese di maggio, l’apicoltore è dovuto intervenire con nutrizioni di emergenza che avevano il solo e fondamentale scopo di salvare la vita delle api e delle colonie.

La situazione, come detto, sembra essere migliorata diffusamente a fine stagione, grazie all’impegno degli apicoltori ed a qualche fioritura interessante (castagno, fioriture di media-alta montagna) che ha permesso in qualche caso di produrre miele ed in tanti altri casi di trovare finalmente nidi equilibrati sia in termini di scorte che di api e covata. Ciononostante, non è possibile preparare le api all’inverno senza un’adeguata valutazione delle scorte presenti ed una tempestiva integrazione delle stesse quando necessario. Clicca qui per leggere l’articolo completo.

Fonte: Supplemento a Terra di Mach n. 20 – Luglio 2024. Progressivo 6 – 2024.

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