L’apicoltura di tutto il mondo sta riponendo molta fiducia su alcuni acidi per combattere la varroa. Uno di questi è l’Acido Ossalico. In Italia l’unico prodotto autorizzato, a base di acido ossalico, è l’ApiBioxal. Il prodotto può essere usato con il metodo del gocciolamento o della sublimazione a dosi prescritte nelle indicazioni riportate sulla confezione. Ambedue gli utilizzi richiedono l’assenza della covata per raggiungere il massimo livello di efficacia visto che il principio attivo ha una persistenza di pochi giorni.
Acido Ossalico Sublimato:
E’ un trattamento tipicamente invernale da eseguire durante il blocco naturale della covata, ove possibile, o altrimenti indotto con l’ingabbiamento della regina. In inverno, il sublimato, ha una maggiore efficacia probabilmente perché l’umidità esterna ne amplifica il meccanismo acaricida. Esistono diversi sublimatori sul mercato italiano ed estero che sono più o meno veloci nell’eseguire la sublimazione. I prezzi variano da 70/80 euro sino ai 900.
La sublimazione viene eseguita facendo entrare parte del sublimatore nell’arnia generalmente dalla porticina di volo. La nube di ossalico che si libera, all’interno dell’arnia, ricopre le api di micro particelle di ossalico colpendo così la varroa in fase foretica.
Da prove di campo risulta essere più efficace la sublimazione eseguita dall’alto. L’ideale è creare uno spazio sui telaini girando il coprifavo e li indirizzare il sublimatore. Sul lato posteriore del coprifavo viene fatto un foro che permette l’ingresso del beccuccio del sublimatore.
Il coprifavo viene girato all’occorrenza. Diverse aziende professionali usano avere il coprifavo girato dirante tutto l’inverno per gudagnare tempo nelle sublimazioni ripetute e per migliorare l’inserimento del panetto di candito sui favi. Anche in ambienti con inverni molto rigidi lo spazio in alto non sembra creare problemi di svernamento alla famiglia La nube che arriva all’interno dello spazio si espande velocemente su tutta la testa dell’alveare cadendo in maniera uniforme tra tutti i favi.
La Sicurezza dell’operatore
Con l’utilizzo dell’Api Bioxal molta attenzione va riposta nell’uso di DPI (Dispositivi di Protezione Individuali) idonei per il trattamento con gli acidi organici:
- Una maschera facciale con filtro per vapori organici (colore della fascia di identificazione è marrone).
- Guanti in Lattice
- K-way per evitare che l’ossalico si depositi sugli abiti da lavoro
L’Acido Ossalico, nello specifico l’apibioxal, è classificato come un prodotto nocivo a contatto con la pelle e per ingestione. È da tener presente, se inalato, o a contatto con mucose, o con gli occhi, che può creare forti irritazioni o ustioni. Se vengono usate le giuste precauzioni e gli idonei DPI, per l’apicoltore, può tornare solo utile come un ottimo mezzo acaricida per contrastare la varroa. È da ricordarsi che gli altri prodotti acaricidi usati in apicoltura (Tutti quelli usati) sono anche più nocivi dell’ossalico. Il fatto che si usino strisce o vaschette non ci deve minimamente autorizzare a non usare idonei DPI (Dispositivi di Protezione individuale) adatti per lo scopo e per il prodotto che si sta usando.
Il Gocciolato
L’Api Bioxal è commercializzato in bustine da 35 g – 175 g – 350 g Come riportato sulle confezioni, ad esempio per quella da 35 g, bisogna sciogliere il contenuto in 500 ml di sciroppo ottenuto con acqua distillata/saccarosio 1:1. La miscela ottenuta va sgocciolata sulle api nella misura di 5 ml a favo coperto di api: un alveare con 8 favi di cui 7 coperti può ricevere 7×5= 35 ml di soluzione.
Un parere di molti apicoltori professionisti, che usano l’acido ossalico gocciolato da diverso tempo, è che lo stesso debba essere ben distribuito sulle api per aumentarne l’efficacia. La soluzione andrebbe nebulizzata o distribuita su più api contemporaneamente e non attendere che poche api, portandola in giro per l’alveare, contribuiscono alla sua distribuzione. Gli apicoltori sloveni, ad esempio, usano correntemente sia il formico che l’ossalico. La soluzione di ossalico è distribuita per gocciolamento con una siringa ad ago prolungato multi fori. In questo modo si garantisce una distribuzione più immediata ed equa dell’ossalico.
E’ una siringa autodosante usata in veterinaria per iniezioni su animali di grossa taglia Ago con più fori per far uscire la soluzione di Ossalico in più punti durante la somministrazione
La siringa è stata chiaramente studiata per effettuare i trattamenti nell’arnia slovena che viene ispezionata aprendola da dietro.
Anche se l’arnia è diversa dalla nostra il concetto, spiegatomi da un apicoltore professionista sloveno, è lo stesso da applicare anche alle ns arnie: “la dose di ossalico gocciolato deve raggiungere contemporaneamente più punti e più api possibili”. Un esempio è il gocciolamento effettuato con una elettropompa con ugelli che nebulizzano la soluzione di ossalico. Il lavoro in campo viene eseguito da tre persone: apertura cassa – distribuzione ossalico nebulizzato – chiusura cassa. In una giornata si riescono a trattare da 500 a 800 casse; chiaramente il tutto dipende dalla distanza che intercorre tra un apiario l’altro.
Il giorno 12 dicembre 2013 l’AP.AS. ha organizzato una giornata dimostrativa sul corretto uso dell’Ossalico (Api Bioxal) presso l’azienda apistica professionale “Apicoltura Roberto” in Villanova del Battista (AV).
Agr. Antonio Carrelli, Cell. 368.3390275 Consulenza Apistica (tecnico APAS CAMPANIA – UNAAPI)