Sono passati 34 anni dalla comparsa della varroa in Italia (16 giugno 1981, in provincia di Gorizia) e molte cose sono cambiate, anche la varroa non è piu quella.
Oggi è necessario partire da alcune certezze di seguito riassunte:
– è in grado di trasmettere virosi e rendere l’ape più suscetibile a funghi (nosema) e batteri
– è in grado di diminuire l’efficienza del SISTEMA IMMUNITARIO
– inizialmente si pensava ad una azione solo sulla covata, invece sull’ape adulta trascorre la fase foretica nutrendosi comunque (seppur limitatamente), questo aspetto è determinante nella tecnica del blocco di covata e successivo trattamento con API-BIOXAL. In blocchi di fine luglio si deve effettuare un trattamento all’inizio e alla fine dell’ingabblamento.
Per anni si è parlato solo di resistenza chimica, oggi è necessario considerare anche quella comportamentale che agisce sulle varroe in fase foretica selezioniamo involontariamente gli acari più propensi ad entrare nelle cellette.
Per questo motivo attenzione ai ripetuti trattamenti con acido ossalico (8-10 o 12 annui, come alcuni apicoltori sostengono di effettuare).
Le linee guida ministeriali per la lotta alla varroa (Circolare del 15 maggio 2015) rappresentano la cornice di un quadro molto più complesso; spieghiamoci meglio.
La lotta alla varroa non può essere pensata solo mediante i trattamenti estivi e autunnali o invernali.
Necessario evitare le situazioni di stress nutrizionale
A scanso di equivoci è bene sottolineare che l’alimentazione base per le api è costituita da miele e polline ma nello stesso tempo è necessario evitare prolungati stress alimentari e patologici (varroa); la risposta della famiglia d’api sottoposta ad un alimentazione di soccorso o di emergenza – dopo lunghi un periodo di stress (1 mese) è sempre molto lenta, non bisogna arrivare a tale dinamica.
La famiglia al momento del trattamento deve essere ben strutturata … in grado di far fronte ad un altro stress, il trattamento stesso.
E’ Importante inoltre contenere la reinfestazione di acari, non posso continuare a pensare cosa farà l’apicoltore vicino e lamentarmi se questo non effettua i trattamenti, si può intervenire con alcuni accorgimenti già a fine agosto sia per chi ha eseguito il blocco di covata che per chi ha effettuato i trattamenti tradizionali.
Il 2015 ha visto l’autorizzazione alla commercializzazione di un nuovo prodotto a base di acido formico – VARTERMINATOR – sono stati effettuati dei monitoraggi dell’efficacia e comportamento della famiglia in Friuli Venezia Giulia nel corso del 2015 con risultati ancora da interpretare.
Sempre nel 2015 è arrivata l’autorizzazione ministeriale per la prova sperimentale con HOPGUARD, prodotto autorizzato negli Stati Uniti per la lotta alla varroasi ma al momento NON autorizzato in Europa. La prova sperimentale è in corso e le prospettive sembrerebbero interessanti riguardo un suo utilizzo in Italia e quindi sull’intero territorio europeo fornendo all’apicoltore un ulteriore possibilità di intervento.
Pier Antonio BELLETTI – Apicoltore Professionista – Consorzio Apicoltori Gorizia – Lazise 4 ottobre 2015 – Convegno FAI