martedì , 28 Novembre 2023
Apicoltura

L’apicoltura si divide

La recente entrata in vigore del nuovo manuale operativo (allegato 1 decreto 7 marzo 2023 – G.U. il 16/05/23) ha recepito quanto stabilito dal D.Lgs n.134 del 5/8/22. L’art. 2 ‘Definizioni”, comma 1, lettera f) cita la definizione di: “𝒂𝒕𝒕𝒊𝒗𝒊𝒕𝒂’ 𝒅𝒊 𝒂𝒍𝒍𝒆𝒗𝒂𝒎𝒆𝒏𝒕𝒐 𝒑𝒓𝒆𝒗𝒊𝒔𝒕𝒂 𝒑𝒆𝒓 𝒅𝒆𝒕𝒆𝒓𝒎𝒊𝒏𝒂𝒕𝒆 𝒔𝒑𝒆𝒄𝒊𝒆 𝒆 𝒑𝒆𝒓 𝒖𝒏 𝒏𝒖𝒎𝒆𝒓𝒐 𝒎𝒂𝒔𝒔𝒊𝒎𝒐 𝒅𝒊 𝒂𝒏𝒊𝒎𝒂𝒍𝒊, 𝒄𝒐𝒎𝒆 𝒊𝒏𝒅𝒊𝒄𝒂𝒕𝒐 𝒏𝒆𝒍 𝒎𝒂𝒏𝒖𝒂𝒍𝒆 𝒐𝒑𝒆𝒓𝒂𝒕𝒊𝒗𝒐, 𝒏𝒆𝒍 𝒒𝒖𝒂𝒍𝒆 𝒈𝒍𝒊 𝒂𝒏𝒊𝒎𝒂𝒍𝒊 𝒔𝒐𝒏𝒐 𝒂𝒍𝒍𝒆𝒗𝒂𝒕𝒊 𝒆𝒔𝒄𝒍𝒖𝒔𝒊𝒗𝒂𝒎𝒆𝒏𝒕𝒆 𝒑𝒆𝒓 𝒂𝒖𝒕𝒐𝒄𝒐𝒏𝒔𝒖𝒎𝒐 𝒐 𝒖𝒔𝒐 𝒅𝒐𝒎𝒆𝒔𝒕𝒊𝒄𝒐 𝒑𝒓𝒊𝒗𝒂𝒕𝒐, 𝒔𝒆𝒏𝒛𝒂 𝒂𝒍𝒄𝒖𝒏𝒂 𝒂𝒕𝒕𝒊𝒗𝒊𝒕𝒂’ 𝒄𝒐𝒎𝒎𝒆𝒓𝒄𝒊𝒂𝒍𝒆….”

Nel corso della seduta del 15 marzo 2021 del Coordinamento interregionale – Area Prevenzione e Sanità Pubblica, il gruppo dei referenti per la sicurezza alimentare e i controlli ufficiali delle Regioni/Pa, unitamente al Ministero della Salute, hanno concordato un numero massimo di alveari, pari a 10 per la dichiarazione di allevamento familiare da parte dell’apicoltore.

Alla luce di questa novità, tutti coloro che detengono più di 10 alveari sono considerati apicoltori PROFESSIONISTI.

Questa limite crea di fatti una separazione e sicuramente una novità rispetto a quanto previsto dall’art. 2 della Legge 313/2004 (legge quadro sull’apicoltura) dove:
– l’apicoltore professionista e l’imprenditore apistico sono definiti ai sensi dell’articolo 2135 del codice civile.
– l’apicoltore è chiunque detiene e conduce alveari (a prescindere dal numero di alveari detenuti).

La situazione che si sta delineando è sicuramente un settore che si divide in due categorie:
– Apicoltura familiare (ex hobbisti)
– Apicoltura Professionale (professionisti)

Nel frattempo gli apicoltori che oggi detengono più di 10 alveari come hobbisti saranno obbligati, entro la data del censimento 2023, ad effettuare una scelta:
A. Cedere gli alveari ad altri apicoltori (per scendere sotto i 10)
B. Registrarsi come professionista (con tutti gli adempimenti necessari come: apertura p.i. iscrizione camera di commercio, presentazione scia, registro dei trattamenti vidimato e gestione dei rifiuti, laboratorio, ecc).

Su questa distinzione ci siamo posti alcune domande come:
– Perché fissare il limite di 10?
– Quali ripercussioni per il settore?
– Diminuiranno gli alveari detenuti in Italia e con quali ripercussioni?

Tanti sono ancora i dubbi che restano e le domande alle quali ancora nessuno sa dare una risposta.
Per questo stiamo programmando un approfondimento che tratteremo con la nostra rubrica “Facciamo il Punto“.
Vuoi partecipare? Invia un’email a: info@lavocedellapicoltura.it

 Riceviamo e pubblichiamo dalla Voce dell’Apicoltura

Info Redazione

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