Anche l’acqua ha un’importanza fondamentale per l’alveare, infatti è difficile per le api riuscire a conservare acqua nei favi e per questo motivo la raccolta avviene solo per soddisfare le necessità immediate e imminenti. Senza acqua una colonia non può sopravvivere nelle diverse stagioni.
Ogni apicoltore avrà notato durante le periodiche visite all’apiario parecchie api intente a ricercare e raccogliere nelle vicinanze dell’apiario acqua per la colonia nei luoghi più disparati: presso un rubinetto che gocciola, una pozzanghera, un abbeveratoio per il bestiame, un ruscello che scorre nelle vicinanze dell’ apiario, sull’erba dopo un temporale o quando c’è rugiada e persino presso gli scoli dei canali di scarico.
La colonia ha un consumo annuo di acqua – che può essere benissimo paragonato al peso medio di un bel melario ricolmo di miele – da 20 a 25 litri d’acqua che vengono impiegati dalla colonia per liquefare il miele cristallizzato o lo zucchero, per diluire il miele impiegato come nutrimento per le larve e le api adulte, per umidificare ed abbassare la temperatura nell’alveare durante la stagione estiva (termoregolazione) e per bilanciare, nelle api adulte, l’acqua persa attraverso la cuticola, il sistema respiratorio e le deiezioni.
La prima ipotesi di utilizzo dell’acqua per liquefare il miele o lo zucchero si verifica in primavera quando la necessità di nutrimento aumenta, la regina inizia a deporre ed in mancanza di raccolto le api impiegano le rimanenti scorte invernali, liquefando il miele cristallizzato.
Se le giornate non permettono i voli per la raccolta di acqua, l’apicoltore, durante le visite primaverili potrà trovare i telaini che contenevano le scorte di miele con il fondo delle cellette ricoperte di cristalli di miele che le api non avevano potuto sciogliere ed utilizzare come nutrimento per l’impossibilità di raccogliere l’acqua.
Anche gli apicoltori che impiegano zucchero allo stato granulare come nutrimento per l’inverno, devono sempre tenere in considerazione che se le api sono impossibilitate per la stagione particolarmente avversa a -volare -per raccogliere l’acqua, le scorte alimentari sotto questa forma non potranno essere sfruttate dalla colonia, con la possibilità che essa possa perire per fame anche in presenza di abbondanti scorte di zucchero granulare predisposte dall’apicoltore, ma non utilizzabili solo per la mancanza d’acqua.
Durante la stagione estiva l’acqua verrà impiegata per umidificare i favi di covata e mantenere costante la temperatura nell’alveare. La termoregolazione è molto importante ed evita un surriscaldamento che potrebbe provocare anche lo scioglimento della cera.
Con la ventilazione forzata e l’acqua dispersa dalle api sotto forma di piccolissime particelle le api riescono ad ottenere una perfetta termoregolazione.
Se il nettare è particolarmente ricco d’acqua questa verrà sfruttata per risolvere il problema dell’aumento di temperatura, evitando in questo caso di dover ricorrere ad una ulteriore raccolta d’acqua.
Una colonia, che non riesce a reperire acqua è sicuramente destinata a perire, e per questo motivo molti apicoltori predispongono nelle vicinanze dell’apiario degli abbeveratoi forniti di una piccola valvola che ne mantiene sempre il livello.
Per evitare che le api anneghino, si possono mettere nell’ acqua della vaschetta pezzi di sughero o fogli di polistirolo che permetteranno alle api di avere un punto sicuro ove fermarsi per raccogliere l’acqua.
Vediamo ora di descrivere brevemente il meccanismo che porta alla ricerca dell’ acqua ed allo scambio di informazioni all’interno della colonia.
All’interno dell’alveare nella divisione dei lavori il compito di ricerca e raccolta dell’acqua è affidato ad esperte bottinatrici che una volta localizzato il luogo in cui ci si può rifornire, non impiegano più di 5/6 minuti per ogni volo.
Queste esperte bottinatrici sono specializzate esclusivamente nella raccolta di acqua e per questo motivo si recano sempre nei posti prefissati all’inizio della stagione (se per esempio si spostano le vaschette impiegate come abbeveratoi, le api impiegheranno diversi giorni per localizzarle nuovamente).
Gli esperimenti effettuati hanno dimostrato che l’acqua tiepida e contenente sali è preferita a quella fredda, e forse è questa la ragione che spinge le api, principalmente durante le belle giornate invernali quando sono possibili i voli, a raccogliere acqua presso canali di scarico dove, con molta probabilità, l’acqua ha una temperatura più elevata ed è ricca di sali.
Al ritorno dal volo l’acqua viene affidata alle api più giovani per i diversi impieghi ed in questo modo avviene lo scambio di informazioni e la decisione se continuare o sospendere la raccolta di acqua. In un esperimento condotto (J. Gould – C. Grant Gould) è stato possibile dimostrare che se il tempo impiegato per affidare l’acqua ad un’ altra ape operaia è inferiore ai 50 secondi (circa 30 secondi) vi è la probabilità che l’ape inizi a danzare nel 95% dei casi richiamando altre api alla raccolta d’acqua. Nell’esperimento le api della colonia riuscirono a mantenere la temperature interna dei favi di covata al punto ottimale di 36°C, mentre la temperatura all’esterno era di ben 60°C.
Questo sistema di scambio e di ritorno di informazioni è estremamente importante alla vita della colonia e permette di essere ben affinato alle necessità contingenti della famiglia in ogni momento.
Lo stesso meccanismo viene applicato per la raccolta di nettare. Maggiore è il tempo di attesa della bottinatrice che ha nettare di bassa qualità prima che un’ape sia disposta a suggere il nettare che deve essere rigurgitato dalla bottinatrice e minore è la possibilità che ne venga raccolto dell’altro con le stesse caratteristiche.
Mentre il nettare più denso ed apprezzato viene subito ceduto ad un’altra ape, permettendo alla bottinatrice di iniziare subito a danzare, comunicando in questo modo la posizione della fonte nettarifera.
Dopo questa. breve descrizione del meccanismo di scambio di informazioni nella colonia non possiamo che concludere osservando le immagini di api bottinatrici intente a raccogliere l’acqua, elemento altrettanto importante come il nettare ed il polline, per la vita e lo sviluppo della colonia.
Manlio Casella
Fonte: L’Ape Nostra Amica anno XV n.4