BRUXELLES – Finisce l’anarchia sull’import nell’Unione europea di miele dai Paesi terzi. Il Consiglio Ue ha infatti definitivamente approvato e pubblicato la nuova direttiva europea che prevede l’indicazione sull’etichetta “del Paese o dei Paesi d’origine in cui il miele é stato raccolto”.
Quanto all’eventuale presenza di polline Ogm nel miele, l’informazione dovrà essere riportata sull’etichetta del prodotto solo se la presenza é superiore allo 0,9%, come per tutti gli altri alimenti.
L’impatto della nuova direttiva é duplice. I consumatori potranno scegliere il miele che intendono acquistare essendo informati sull’origine del prodotto. I produttori europei invece, saranno maggiormente protetti dalle importazioni di miele a basso prezzo dai Paesi terzi che fanno una concorrenza sleale al prodotto europeo.
Nella nuova normativa inoltre, il polline viene considerato un elemento naturale del miele e non un ingrediente. Ciò non toglie che al miele si applicano le norme Ue sugli Ogm, e non potranno entrare sul mercato comunitario prodotti che contengono pollini Ogm non autorizzati nell’Unione. Paesi esportatori di miele come l’Argentina hanno già cominciato a tener conto di questo aspetto, prevedendo per la produzione di miele aree lontano dai campi coltivati a Ogm. La questione e’ rilevante in quanto l’Ue importa ogni anno circa 140mila tonnellate di miele dai Paesi terzi – tra i primi fornitori c’é la Cina – ossia il 40% del consumo totale. L’Italia da sola conta 1,1 milioni di alveari.
Occhio quindi all’etichetta in quanto, quando il miele é originario di più Stati membri o Paesi terzi, il consumatore potrà leggere sull’imballaggio, a seconda dei casi, le seguenti definizioni: “miscela di mieli originari dell’Ue”; “miscela di mieli non originari dell’Ue”; “miscela di mieli originari e non originari dell’Ue”.
L’etichetta sull’origine si applica dal 24 giugno 2015 per permettere ai commercianti di esaurire le scorte del prodotto che riporta le vecchie etichette.
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