L’acido ossalico viene somministrato per gocciolatura o spruzzatura della soluzione zuccherina, o in forma sublimata.
Pertanto si rende necessario l’uso di DPI specifici al momento dell’esecuzione e successivamente. Non è escluso che le ripetute somministrazioni possano alterare il pH dell’ambiente alveare , creando un disturbo alla vitalità delle api.
( prodotto chimico per usi tecnici ed industriali) risulta variamente contaminato da piombo (vedi: Loglio G. Speciale: Utilizzo dell’acido ossalico in apicoltura – Apinforma).
In genere, le basse quantità rinvenute nel miele di alveari trattati, fanno considerare l’acido ossalico piuttosto sicuro dal punto di vista dei residui. Anche trattamenti in produzione di solito non alterano o alterano poco la concentrazione di acido ossalico nel miele. In ogni modo è bene sottolineare che tutti i trattamenti vanno sempre eseguiti in assenza di melario. L’ossalico utilizzato durante il trattamento invernale non produce residui.
Più che di farmacoresistenza all’acido ossalico, quindi, sarebbe più corretto parlare di resistenza delle varroe all’acidità. Nel caso che questa si dovesse un giorno manifestare, quasi certamente tutti gli acidi organici verrebbero messi fuori gioco contemporaneamente.
Un’amplissima e ormai incontestabile bibliografia scientifica supporta la tesi dell’assoluta necessità dell’utilizzo dell’Ac. Ossalico negli alveari. Il trattamento nel periodo invernale quando non c’è covata, abbassa il carico di parassiti dalla famiglia nuda e favorisce il contenimento della varroasi, garantendo la vitalità della famiglia sino al periodo in cui si potranno fare i trattamenti estivi.
E’ diventato uso comune da parte degli apicoltori acquistare in mesticheria la polvere di Acido Ossalico per produrre in proprio, soluzioni a concentrazioni le più fantasiose (secondo le diverse scuole di pensiero), o per la pratica della sublimazione. Tale comportamento, eludendo totalmente il ricorso alla competenza veterinaria ed alla farmacia, non garantisce il corretto approvvigionamento del farmaco, la sua corretta preparazione e la sua trasparente tracciabilità, mette in pericolo la salute degli operatori, in forse la sua efficacia, aumentando le probabilità di contaminazione dell’”animale alveare” produttore di alimenti e quindi degli alimenti da questo derivati.
L’inula può sostituire l’acido ossalico?