Finalmente siamo arrivati a maggio e tutto intorno è un tripudio di fiori dai profumi più svariati e carichi di polline e nettare per la gioia delle nostre api che freneticamente nelle belle giornate raccolgono e immagazzinano nei favi pensando già al duro inverno che le aspetterà e se tutto va bene anche
all’apicoltore che sicuramente le ruberà gran parte del suo prezioso miele.
È questo il mese della fioritura dei frutteti che, per quanto abbondante sia, sarà appena sufficiente per lo sviluppo e la preparazione del nido, in vista della grande fioritura dei prati che ci darà il raccolto migliore sia in qualità sia in abbondanza. È pure il periodo della sciamatura che si svolge a seconda del clima più precoce in fondo valle e seguirà gradatamente il suo ciclo per concludersi in montagna circa verso la metà giugno, “non oltre.
L’apicoltore preparato e che abbia seguito bene le api nello svernamento con l’eventuale nutrizione stimolante e con eventuali controlli e cure di probabili malattie, potrà pensare già ai melari, non prima però di aver controllato e preparato i nidi per affrontare la lunga e stressante stagione del raccolto. Prima di tutto in questo periodo bisogna far costruire più telaini possibili alle api in modo da rinnovare i nidi. Dove sono troppo vecchi o si sono accertate malattie o anche solo sintomi è bene far fare il rinnovo di tutti i telaini del nido. Vi assicuro che per esperienza fatta è l’unico che dà affidamento e garanzia di un totale rinnovo e risanamento dell’arnia.
In questo mese bisogna tener sotto controllo la sciamatura, bisogna visitare spesso gli alveari e allargare i nidi, sempre con un telaino alla volta, man mano che le api occupano il diaframma. Non occorre che il nido sia pieno per mettere i melari, si può fare con 7 o 8 telaini, basta tenerli stretti con il diaframma. Si può allargare anche durante l’estate a seconda delle necessità e del grado di importazione. L’ape è come il vino: bisogna sempre tenerla ristretta, mai lasciare vuoti nell’arnia, altrimenti le api nelle necessità di sviluppo costruiranno favi attaccati al coprifavo con grande disagio per loro e anche per l’apicoltore.

Controllare pure l’eventuale costruzione di celle reali che, specialmente se si hanno regine con più di 2 anni, saranno abbondanti. In questo caso io non consiglierei di eliminarle per evitare la sciamatura, si può rischiare anche l’orfanità di qualche famiglia che magari ha la regina troppo vecchia o poco produttiva. Meglio è sfruttarle con il metodo della sciamatura artificiale già più volte descritto e illustrato dal grande maestro dell’apicoltura Abramo Andreatta. È più facile fare uno sciame artificiale che raccogliere le api su una pianta, anche se la sciamatura naturale è sempre una festa e un segno di abbondanza. Si hanno con questo metodo anche le regine migliori e le arnie più selezionate, ma potremmo ottenerle anche con la sciamatura artificiale, se ben guidata e scelta fra le arnie migliori dell’apiario. Questo dipende tutto dalla preparazione, dalla tempestività e capacità dell’apicoltore.
Sappiamo che nel periodo della sciamatura le api sono più miti e predisposte a lasciarsi maneggiare dall’uomo. Basta un telaino con qualche cella reale con covata e api giovani messe in un nucleo e rinforzato con scorte e api anche provenienti da altri alveari e opportunamente nutrito per avereun’ottima regina che, dopo la fecondazione, si può usare per eventuali sostituzioni o anche per formare un piccolo alveare. Quest’ultimo se ben accudito e nutrito svernerà sicuramente e darà i suoi frutti nell’annata successiva.
Per quelli che si dedicano alla raccolta di polline è questo il periodo giusto per mettere le trappole e iniziare il raccolto. Bisognerà fare inizialmente un accurato controllo della famiglia e di eventuali sciamature in atto che, se non controllate, non daranno un raccolto remunerativo a scapito anche della stessa famiglia. Occorre usare per questa pratica solo alveari forti e non trattati con prodotti chimici per eventuali malattie, essendo il polline igroscopico e perciò particolarmente disposto ad assorbire eventuali prodotti nocivi e non degradabili.
Per chi è già preparato o per chi sta iniziando la produzione di pappa reale è l’ora di fare i primi innesti.
Come prima cosa però, si devono dare alle api i cupolini, anche se già usati, riempiti di miele e che esse provvederanno a pulire da ogni impurità e a verniciare di propoli ed inoltre a levarne l’elettricità statica presente nella plastica. Senza questo primo contatto una gran parte non sarà accettata anche se l’arnia è molto forte.
Vorrei qui fare una raccomandazione e dare un consiglio per un buon risultato nella produzione di pappa reale: usare lo zucchero il meno possibile o integrarlo con miele e polline, solo così si avrà il meglio e il massimo della produzione. Ancora due consigli:
- di non somministrare medicinali alle api come prevenzione delle malattie. Specialmente prodotti contro il nosema, meglio non usarli se non in casi estremamente gravi, altrimenti si rischia prima l’assuefazione dell’ape al medicinale e poi a causa della sua stabilità, di oltre 6 mesi, il pericolo di avere residui tossici dentro l’arnia con conseguenze negative. Conviene in tutti i casi di malattie, se non allo stato irreversibile, di adottare la lotta biologica che, se ben fatta, dà dei buoni risultati lasciando integri e incontaminati i prodotti dell’alveare;
- di non forzare troppo la nutrizione che può essere controproducente per l’eccessiva umidità, provocata specialmente con presenza di molta covata. Può portare anche squilibrio nell’alveare fra api giovani, api bottinatrici e covata. Attenzione dunque alla nutrizione che, se non equilibrata, può essere un’arma a doppio taglio.
Comunque si deve smettere la nutrizione ed i trattamenti chimici almeno 15 giorni prima della posa dei melari. Per l’uso dei prodotti medicinali infine, è utile consigliarsi sempre prima dell’uso con gli esperti di zona che sono ben preparati e sempre disposti a dare una mano.
Naturalmente questo mio scritto vuol essere solo un consiglio e una rinfrescata di memoria per quelli già preparati, in vista dello sbocciare proprio del momento più favorevole per la stagione apistica.
Chiedo scusa se ho omesso qualche particolare e auguro a tutti buon lavoro e un ottimo raccolto.
Pietro Francescatti