La ricerca della regina è un’operazione indispensabile nell’apicoltura intensiva, ma consigliata anche per i piccoli allevatori che desiderano condurre in modo razionale l’apiario.
È fondamentalmente una questione di colpo d’occhio e di conoscenza dei costumi delle api, tutte cose che si acquistano con il tempo e l’esercizio; con pazienza ed attenzione si arriva anche a distinguere una regina vergine da una feconda e a determinarne l’età.
Una giovane regina, che ha cominciato ad ovideporre, ha l’aspetto vellutato, l’addome arrotondato e le ali intatte; con il passare del tempo l’addome si allunga e si appesantisce, il corpo tende a diventare glabro e le ali si sfrangiano a causa dello sfregamento continuo contro le api ed i favi.
Una regina vergine, se non viene fecondata, perde nel giro di pochi giorni l’aspetto matriarcale che aveva alla nascita e diviene simile ad una qualsiasi operaia; l’andatura rapida, l’andirivieni senza meta e le zampe di colore giallo ne consentono comunque il riconoscimento.
Se, invece, una regina da poco sfarfallata, dalla quale si attende l’esito della fecondazione, si mantiene costantemente nei pressi della covata, allora l’inizio dell’ ovideposizione è vicino.
Condizione essenziale per riuscire nella ricerca della regina è il mantenimento della calma; l’apicoltore dovrà quindi:
- rimanere tranquillo per evitare che la sua agitazione si trasmetta alle api;
- utilizzare il fumo, senza però esagerare;
- agire quando la temperatura è mite (almeno 18°C);
- operare al mattino, durante le prime 2-3 ore di attività, preferibilmente in periodo di raccolto.
Da queste indicazioni si può dedurre che l’eccesso di fumo, il freddo, le cattive condizioni atmosferiche, la presenza di api vecchie possono compromettere il risultato dell’operazione.
È ovvio che non sempre si possono avere le condizioni ottimali per cui è necessario agire ogni volta nel modo migliore in rapporto alla situazione contingente.
Quando viene il momento di visitare le famiglie bisogna dotarsi, oltre che degli strumenti usuali, anche di una cassetta fornita di maniglie e di coperchio, in grado di contenere almeno tre favi.
La prima cosa da fare consiste nell’osservare il volo delle bottinatrici le quali, al ritorno dalle visite, tendono ad entrare nel nido in direzione del favo su cui si trova la regina; già questa può essere un’indicazione utile per decidere da quale parte dell’alveare iniziare la ricerca.
A questo proposito è bene ricordare che se nelle prime colonie visitate le regine sono localizzate in zone analoghe del nido, si dovrà continuare a cercare partendo ogni volta dalla stessa parte poiché famiglie situate nel medesimo posto tendono, sotto influenze climatiche uguali, ad avere cicli di deposizione molto simili.
Passiamo ora all’operazione vera e propria.
Dopo aver immesso 2 o 3 sbuffate di fumo attendere che l’azione calmante di questo abbia effetto, quindi aprire l’arnia, osservando bene le api presenti sul coperchio per assicurarsi che la regina non sia in mezzo a queste. È utile lavorare con la schiena rivolta al sole in modo da avere sempre in buona luce la zona di osservazione.

Togliere tre favi laterali (due dalla parte in cui si inizia la visita ed uno dall’estremità opposta) e porli, dopo aver dato loro una rapida occhiata, nella cassetta preparata in precedenza.
Nel caso che su di essi sia presente della covata l’osservazione dovrà essere molto più attenta.
Passare al telaino successivo e, cominciando dal lato rivolto verso l’interno, cercare la covata; se questa è presente bisogna guardare con cura ricordando che di solito la regina si trova sulla parte inferiore del favo. Una volta terminate le osservazioni iniziali, si può inserirlo senza però metterlo a diretto contatto con la parete.
Nel caso che i favi siano troppo carichi di api, conviene scuoterli leggermente in modo da liberarli almeno in parte; la regina, dotata di una muscolatura più potente di quella delle operaie, rimarrà comunque attaccata alle cellette.
Pochi secondi (15-20) sono sufficienti per ogni faccia: agire con rapidità è molto importante poiché la regina, per sfuggire alla luce, si sposta rapidamente da un telaino all’altro.
Lo spazio lasciato libero, alle due estremità dell’arnia, dai favi tolti all’inizio della visita ha lo scopo di evitare, o almeno di ridurre, la possibilità che la regina si sposti sulle pareti della cassetta.
Se dopo essere arrivati all’ultimo telaino la ricerca non ha avuto successo, bisogna ricominciare da capo, procedendo questa volta in senso inverso.
A questo punto è opportuno fare alcune considerazioni:
- Una buona regina deve continuare a deporre anche durante le manipolazioni dell’apicoltore; quelle che, al .contrario, si mostrano paurose o si distraggono non devono essere considerate ai fini della selezione.
- È inutile attardarsi sui favi contenenti larve mature o covata opercolata, mentre è indispensabile osservare in modo accurato quelli che presentano uova deposte da poco.
- L’occhio dell’osservatore deve essere colpito da un addome più lungo del normale; se ci sono dei dubbi è utile verificare il colore delle zampe: nero per le operaie, giallo per le regine.
- La visita completa di un alveare non deve richiedere più di una decina di minuti e, con un po’ di pratica, si arrivano a trovare fino a 6-8 regine in un’ora.
- L’affumicatore va tenuto acceso in modo da essere sempre pronti, con qualche sbuffo di fumo, a calmare le api eventualmente innervosite.
- Vedere le api che si dirigono in massa verso una zona precisa dell’alveare non significa che lì vi sia la regina; più di una volta è stato constatato che questi spostamenti indicano la ricerca della regina stessa da parte di gruppetti di api rimaste temporaneamente «senza contatto».
- Quando la visita si è protratta per troppo tempo o si è utilizzata una quantità eccessiva di fumo, è possibile la formazione di grappoli di api al di fuori dell’alveare.
- Se, nonostante tutti gli sforzi la regina non è stata individuata, è opportuno rimettere tutto in ordine e, dopo aver insufflato molto fumo, chiudere l’arnia con il coprifavo.
Trascorsi alcuni minuti, una riapertura veloce dell’alveare consente, di solito, di trovare la regina. - Quando anche quest’ultimo accorgimento non dà alcun risultato non rimane che far passare le api attraverso una griglia escludi regina, metodo però sconsigliato dai più perché crea confusione nelle colonie e favorisce il saccheggio.
Quando si crea una situazione di questo genere la miglior cosa da fare è rimandare la ricerca all’indomani; se però l’individuazione della regina è improrogabile conviene agire come segue:
- spostare in mattinata l’alveare di almeno 10 m e ridurre l’entrata;
- porre al suo posto un’arnia con 4-5 favi ed uno spazio vuoto dove inserire un telaino di covata, senza api adulte, prelevato dalla colonia in esame;
- visitare nel pomeriggio la famiglia trasferita: essa avrà perso le bottinatrici e a questo punto trovare la regina, rimasta sola con le giovani api di casa, sarà una questione di pochi minuti;
- rimettere l’alveare nella posizione iniziale.
Una volta individuata se si vuole catturare la regina bisogna appoggiare lo spigolo inferiore del favo sull’arnia aperta e seguirne il cammino da dietro con un gesto delicato della mano.
Il modo migliore poi per prenderla è afferrarla con attenzione per il torace, la sola zona abbastanza robusta da non subire danni; le altre parti del corpo (ali, zampe, addome) non devono neppure essere prese in considerazione.
Per manipolare le regine conviene evitare tubi aspiratori, setacci e trappole, che frequentemente provocano danni, ed utilizzare le dita.
Fino a questo momento si è parlato di alveari senza melario; la presenza di questo non modifica, ma rende più complicata l’operazione motivo per cui, se non c’è un’urgenza particolare, è meglio effettuare la ricerca della regina alla fine del periodo di raccolta.
Difficoltà ulteriori si hanno nel caso dell’arnia divisibile i cui diversi corpi vanno esaminati uno dopo l’altro, tenendoli separati, per evitare che le api si spostino a seguito dell’operazione, finendo per ammucchiarsi sul fondo della cassa.
Tutto questo lavoro è ovviamente necessario quando la regina non è marcata perché se lo è, essa diviene evidente con molta più facilità.
J. Scrive
Tratto dalla Revue Française d’Apiculture. Fonte: L’Ape Nostra Amica anno XI n. 1