giovedì , 8 Giugno 2023
Gli impegni invernali e in magazzino
Foto di Emilian Robert Vicol da Pixabay

Gli impegni invernali

La diarrea
Sebbene siano più frequenti alla fine dell’inverno-inizio primavera si possono riscontrare generici episodi diarroici anche in pieno inverno. Odore, api morte sul fondo e imbrattamento esterno ci danno subito notizia dell’accaduto. Naturalmente c’è da fare distinzione tra forme lievi, quasi fisiologiche, forme intermedie e forme gravi o molto gravi, talvolta complicate da malattie specifiche. Il più delle volte si tratta di episodi modesti dovuti all’eccessiva clausura e quindi all’incontinenza delle api, eventualmente abbinata alla presenza di scorte di mediocre qualità. Generalmente sono più colpite le famiglie di forza modesta e con scorte scadenti (melata, castagno, ecc.). A parte la prevenzione, gli interventi si rendono necessari solo nel caso vi siano manifestazioni imponenti tali da mettere in pericolo la sopravvivenza della colonia. Utile si può dimostrare, nelle giornate soleggiate con temperatura mite battere o sollevare momentaneamente la porticina per stimolare le api al volo di purificazione.

I lavori di manutenzione
Più che in apiario, durante i mesi invernali è richiesta l’opera dell’apicoltore in casa e in magazzino. Ci soffermeremo questa volta sulla manutenzione delle arnie e ricordiamo per inciso che altrettanto opportuni sono in questa stagione la costruzione, la foratura dei telaini e il montaggio dei fogli cerei, la fusione della cera, la ripulitura dei melari, ecc.

Oggi il mercato delle arnie offre modelli realizzati dal punto di vista tecnico-costruttivo in modo ineccepibile. È naturalmente interesse dell’apicoltore curare e mantenere queste attrezzature, che tra l’altro incidono in modo non trascurabile sui costi, nel modo più duraturo. L’acquisto di arnie in legno grezzo comporta la loro verniciatura; analogo problema si ripresenta dopo qualche anno per quelle arnie che a causa del logorio necessitano di un nuovo trattamento.

Non vi sono dubbi sul fatto che la verniciatura delle arnie è sempre un’operazione necessaria. Il legname non protetto cade presto vittima di aggressioni fungine e microbiche che ne distruggono le fibre, mentre le aggressioni della luce e del clima comportano la perdita di solidità e di resistenza necessarie invece alle funzioni per le quali è impiegato. In secondo luogo la pittura ha lo scopo di contrassegnare con colori diversi gli alveari per facilitare il rientro delle api. Non è invece da trattare mai l’interno dell’arnia poiché vi provvedono in modo appropriato le stesse api.

L’orientamento di fondo nella scelta del prodotto da usare riguarda la proprietà del colorante di non modificare o di farlo limitatamente l’intrinseca proprietà del legno di traspirare. Così, specie d’inverno, per la differenza tra temperatura interna ed esterna l’umidità interna tenderebbe a condensarsi sulle pareti dentro l’arnia se non fosse limitata dal potere del legno di riequilibrare con l’esterno quest’eccesso di umidità. Non tutte le vernici lasciano inalterata tale proprietà e in particolare i cosiddetti smalti sintetici la eliminano totalmente. Restano invece validi i tradizionali trattamenti con vernici ad olio che si possono abbinare all’olio di lino cotto puro ed eventualmente anche ad una terza frazione costituita da una soluzione di propoli che conferisce eccellenti risultati. Purtroppo non tutte le rivendite ne sono provviste e talvolta è difficile reperirle poiché non sono molte le ditte di produzione che seguitano a produrre queste vernici che hanno scarsa domanda a causa della netta predominanza dei prodotti sintetici. È bene quindi essere espliciti nella richiesta e non confondere quanto richiesto con altri prodotti. Tra gli inconvenienti possiamo ricordare una durata nel tempo non eccezionale, un tempo abbastanza lungo per asciugare completamente e una modesta gamma di colori tra cui scegliere. Tuttavia per avere differenti colori si può verniciare il predellino, il portichetto o parte della facciata con smalti normali che hanno tonalità di colori molto ampie.

Alcuni trattano il legno delle proprie arnie soltanto con l’olio di lino cotto eventualmente addizionato con dei pigmenti. Non si dimostra però molto resistente nel tempo e conferisce comunque poco colore lasciando intravvedere il legno sottostante in quanto non è coprente. L’olio di lino ha comunque l’eccellente proprietà di stabilizzare il legno evitando distorsioni e spaccature meglio di ogni altro prodotto. Ultimamente sono stati proposti agli apicoltori nuovi prodotti in emulsione solubili in acqua che hanno ottimi requisiti di protezione, di costo e di durata ma che spesso hanno incorporati principi fungicidi e insetticidi rivolti agli aggressori del legno ma con ripercussioni critiche per le api e per i prodotti. Al momento non è facile reperire questi prodotti privi di tali additivi se non sulla base della sola assicurazione in tal senso del rivenditore, il che non sempre è garanzia sufficiente.

Meno noti in Italia altri prodotti che hanno invece più successo all’estero quali il corbolineum, le cere minerali, la paraffina, le tinture in alluminio e così via. Non ci soffermiamo sui rispettivi pregi e difetti visto che non sono affatto diffusi. In definitiva sembra che per le esigenze correnti dell’apicoltore possa essere pienamente adeguato il trattamento del legno con tinture a base di olio di lino cotto eventualmente modificate come accennato sopra. Questi prodotti garantiscono ottima stabilità del legno, ne mantengono la traspirabilità, non sono tossici ed hanno costo accessibile. Ne è ulteriore conferma il fatto che rappresentano il 90% delle materie impiegate dagli apicoltori.

Dott. Lorenzo Benedetti
Fonte: L’Ape nostra Amica anno V n. 1

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