martedì , 21 Maggio 2024
Batteri delle api visti al microscopio

I batteri simbionti dell’alveare

Secondo De Grandi, che riassume le attuali conoscenze citando la letteratura esistente, i microbi svolgono un ruolo essenziale per quanto concerne lo stato sanitario di quasi tutti gli organismi viventi. Anche le api possiedono un consistente repertorio di batteri e funghi simbionti essenziali per la gestione e lo stoccaggio delle scorte di cibo, particolarmente polline ,che possono anche avere un ruolo nel controllo dei patogeni. Secondo DeGrandi in termini di numero e tipo i microbi presenti in un alveare sano superano come numero le api

Gilliam ha dimostrato che vi è grande diversità di microbi nelle famiglie sane e che essi risiedono in larve, api adulte e pane d’api . La conversione del polline in pane d’api prevede il coinvolgimento in progressione di microbi che stabiliscono l’ambiente ideale per la fermentazione e pre digestione del polline.

Diversi tipi di microbi sono rinvenibili in larve e api adulte.
La “semina “ dei microbi avviene probabilmente durante lo scambio di cibo.
I microbi nelle larve tendono a perdersi in conseguenza della defecazione che avviene poco prima della pupazione. Pupe e api appena nate non hanno microbi interni. Dopo la nascita,le api adulte cominciano ad acquisire microbi cominciando a mangiare pane d’api e scambiando cibo con le consorelle.
Le comunità microbiche comunemente rinvenibili nel sistema digestivo delle api variano a seconda della località e della stagione.
I microbi sono presenti anche nello stomaco. Dodici differenti tipi di batteri lattici (LAB) sono stati rinvenuti da Olofsson & Vásquez( 2008). Differenti tipi di batteri, ma soprattutto dimensione della loro popolazione , variano a seconda del tipo di nettare che le api raccolgono.Tuttavia le api sembrano anche avere alcune specie di batteri in comune, senza riferimento alle fonti nettarifere visitate. In aggiunta ai microbi presenti nel sistema digestivo delle api , esiste una comunità di microbi interattivi presenti nel polline stoccato.
Numerosi generi di batteri e funghi sono stati isolati dal pane d’api , ma non nel polline che dà luogo ad esso ( Gilliam 1979- 1989). Questo suggerisce che le api inoculino il polline stoccato con microbi mentre lo sistemano nelle celle e che una delle sorgenti di microbi siano le api stesse. Nei periodi caratterizzati da assenza di polline, come in inverno, i microbi probabilmente sono stoccati nel sistema digestivo dell’ ape . In primavera quando la raccolta del polline ricomincia, il polline viene inoculato dalle api e i microbi lo usano come mezzo per la loro crescita.
Dal pane d’api “ microbizzato “ le api re-inoculano loro stesse quando lo consumano.In conseguenza dell’attività dei microbi ,il pane d’api differisce nella composizione chimica rispetto al polline raccolto .Elementi come Vitamina K e acido lattico sono presenti solo nel pane d’api.
La conversione del polline in pane d’api è perciò un processo altamente dinamico. Comincia col ritorno all’alveare della bottinatrice e lo scarico del polline nelle cellette . Un’ape di casa aggiungerà nettare al polline e lo immagazzinerà nella cella . Per circa 12 ore , il polline “ impacchettato “ conterrà un’ampia varietà di microbi, inclusi batteri e lieviti. I batteri lattici rinvenuti nello stomaco delle api probabilmente sono aggiunti al polline quando le api lo mischiano al nettare. I batteri lattici ( LAB ) usano i fattori di crescita prodotti dai lieviti e da altri batteri e abbassano il pH del polline . La fermentazione lattica è completa in circa 15 giorni. I lieviti, inizialmente presenti in scarso numero risultano aumentati dopo la fermentazione e permangono nel polline stoccato più a lungo di tutti gli altri microbi . Attraverso l’azione dei microbi il polline è pre digerito e con ciò vi è un aumento della quantità di nutrienti in esso disponibili. I lieviti sintetizzano vitamina B. I Penicillium producono diversi enzimi e antibiotici che prevengono la crescita di altri microbi.
Nel pane d’api di tre settimane sono stati isolati 21 differenti tipi di funghi e dopo sei settimane 23.
Aspergillus niger è risultato il più comune. In aggiunta al loro ruolo nei processi di produzione del cibo, i microbi sono essenziali per la prevenzione delle patologie.
Si può ritenere che “sbilanciamenti “delle comunità batteriche siano uno dei fattori di potenziale aumento della manifestazione di patologie. Possono inoltre essere la base di impoverimenti del cibo oppure l’impossibilità di utilizzo del polline in conseguenza di incompleta digestione con conseguente carenza di vitamine o amino acidi che riducono la vitalità della covata e la longevità delle adulte con in parallelo crescita non inibita dei patogeni.
La crescita dei microbi in una famiglia di api è largamente dovuta alla raccolta di polline e nettare.
Il polline contiene numerosi batteri e lieviti (Gilliam 1979). Il nettare di molte piante pure (Herrera et al. 2009). Le api si trasferiscono vicendevolmente i microbi con lo scambio del cibo ( trofallassi ).
Sempre secondo De Grandi ci sono prove di come il tipo di polline raccolto e il momento dell’anno in cui viene raccolto incide sulla quantità di microbi presenti nelle api e nel pane d’api . Per ciò vi sono differenze nella composizione della comunità di microbi presente in inverno rispetto a quella presente in estate (Rada et al. 1997).
La genetica delle api può incidere sulla diversità di presenza di microbi nella famiglia. Oltre che utilizzare il polline come cibo, le api lo utilizzano come substrato per la crescita dei microbi loro necessari al fine di avere nutrizione e salute ottimale. Contaminazione del polline da fungicidi , fitofarmaci e antibiotici è frequentemente osservabile anche a livelli decisamente alti.
I fungicidi sono particolarmente comuni nel polline dal momento che essi vengono spesso irrorati su piante in fioritura.
Più che un eventuale effetto di tossicità diretta può risultare insidioso l’effetto sub letale in polline stoccato che può dare effetto di mancato sviluppo delle numerose specie di funghi necessarie a convertire il polline in pane d’api.
In aggiunta,diversi antibiotici ,ad esempio streptomicina sono registrati per uso su meli e peri per contrastare il “colpo di fuoco “ e utilizzati in fioritura.
Lo studio di Gilliam (1988) sugli effetti della streptomicina ha mostrato che i batteri simbionti delle api tipici del sistema digestivo risultano diminuire sensibilmente fino a divenire completamente assenti.

In molti casi è l’apicoltore che inserisce direttamente l’antibiotico nell’alveare. Lo sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio può incidere sulla crescita dei funghi simbionti a seconda di come esso è prodotto (Yoder et al. 2008). Il fatto che miele e pane d’api presente nelle famiglie morte con sintomi di CCD non venga saccheggiato da altre api potrebbe essere dovuto alla alterata composizione microbiologica di questo e risultare nei fatti del tutto indesiderabile.

Savorelli Gianni – Prodotti per apicoltura Via Sangiorgi, 50 47522 Cesena ( Fc ) tel 0547.602018 fax 0547603070 cell 339 6634688
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