La Peste Americana è una malattia contagiosa che se trascurata porta alla distruzione di tutto l’apiario. La covata muore e marcısce dentro le cellette opercolate. Il favo si presenta scuro, di cattivo odore. La covata è opercolata con qualche forellino qua e là. La larva, massa informe, se estratta con uno stuzzicadente, presenta il classico aspetto filamentoso.
Le larve infette producono, ın enormı quantıtà, delle spore che sono i microscopici semi della malattia. Queste spore, resistentissime, (durano decenni e resistono a temperature superiori ai 100°) si distribuiscono nell’alveare infetto e in particolare nelle api, nel miele, nella cera e sulla superficie interna dell’arnia.
Quantità anche piccolissime di spore sono presenti in tutti gli alveari. La malattia si manifesta quando il numero delle spore raggiunge un numero tale da superare le difese naturali dell’ape. Il contagio avviene quindi per contatto diretto tra le api, per imprudente manipolazione di materiale infetto da parte dell’apicoltore, portato dalla Varroa.
L’uso di antibiotici, (tetraciclina) elimina i sintomi della malattia ma non elimina le spore. Ne consegue, paradossalmente, che l’uso curativo di antibiotici favorisce il propagarsi della malattia.
L’unica cura seria è quindi l’eliminazione della fonte di infezione e quindi della produzione e della diffusione delle spore. La famiglia va soppressa subito, appena ci si accorge del problema.
L’operazione va fatta la sera per raccogliere le bottinatrici ed evitare ‘’la deriva’’ che è sicura forma di contagio. Esitare, aspettare, rimandare, serve solo ad aumentare il rischio per le famiglie vicine. L’obiezione più comune è che la covata morta, opercolata, marcia, può essere sintomo anche di altre malattie (virosi). E’ vero, ma la differenza è molto difficile da diagnosticare e comunque si tratta di malattie altrettanto pericolose. Salvare la famiglia è solo un rischio inutile.
Quando una famiglia è infetta anche le famiglie vicine sono a rischio e vanno tenute isolate e sotto controllo. Nelle famiglie sane ma attigue a quelle infette, vanno rinnovati il più possibile i favi vecchi introducendo fogli cerei nuovi. Alcuni giustificano l’uso dell’antibiotico come trattamento preventivo. Altri lo sconsigliano.
Il miele di arnie infette non deve essere usato come alimentazione per api sane ma può essere usato per l’alimentazione umana. Le arnie, i melari, se in buono stato, si possono recuperare previa una energica pulizia e una successiva sterilizzazione con la fiamma curando in particolare gli angoli e le connessioni tra le tavole.
Gli attrezzi usati su arnie infette sono un potenziale veicolo di infezione e quindi si debbono usare tutte le precauzioni del caso. Il terreno dove risiedono famiglie infette, contrariamente ad alcune credenze, non si infetta e può essere riutilizzato senza rischio.