Il produttore di sciami per anticipare la ripresa dei nuclei, di circa quindici giorni, inserisce in ogni nucleo una cella reale matura fornita da un alveare selezionato, quando non gli è possibile procurarsi le celle reali, o di fare gli innesti da solo, l’unico rimedio che gli resta e quello di consentire alle api di fare tutto da se.
In pratica si sfrutta l’istinto che le api hanno per induzione naturale ad allevare le celle reali, quando la famiglia diventa orfana, ed hanno ancora a disposizione uova o larve che hanno meno di ventiquattro ore di vita. Il produttore deve assolutamente evitare di inserire nei nuclei le celle reali che le api allevano naturalmente durante la sciamatura naturale, anche se le regine presentano un numero di canali ovarici in media maggiore delle regine allevate artificialmente. Questo perché, se si lavora sempre in apiario con celle di sciamatura, non si fa altro che trasmettere alle future generazioni d’api la tendenza a sciamare, un carattere sfavorevole per l’apicoltore produttore di miele.
Vi sono vari metodi per produrre le celle reali, tralasciando l’allevamento con il metodo Miller, Alley e G.M Doolittle, descriverò un metodo per induzione naturale che non richiede tecniche o attrezzature particolari se non quelli standardizzati che sono già presenti in qualunque apiario.
Il metodo va applicato, quando ci troviamo in tempo d’abbondante importazione di nettare polline e con molti fuchi maturi in giro, per avere un prodotto finito eccellente. S’incomincia scegliendo un alveare, selezionato nel corso degli anni precedenti, contenente una famiglia d’api ben sviluppata con abbondante covata nascente e larve d’età inferiore a 24 ore di vita, con regina prolifera poco incline alla sciamatura ed esente da malattie, orfanizzandolo parzialmente, mediante un diaframma orizzontale contenente un escludi regina, operando in questo modo:
- si sposta provvisoriamente l’alveare dalla sua posizione originaria;
- al suo posto si dispone un’arnia contenente preferibilmente telaini costruiti contenenti miele e polline o fogli cerei, lasciando lo spazio libero per un favo;
- si orfanizza l’alveare, togliendo il favo che contiene la regina e s’inserisce nello spazio lasciato libero nell’arnia messa al posto dell’alveare primitivo, la ricerca può essere facilitata se la regina è marcata;
- si chiude l’arnia con un diaframma orizzontale contenente un escludi regina. In sostituzione, si può usare un normale coprifavo dotato di un disco a quattro posizioni, avendo l’accortezza di ruotare il disco nella posizione escludi regina.
- si sovrappone l’alveare sull’arnia, che occupa ora la posizione originaria dell’alveare e si chiude con un coprifavo. Questa sovrapposizione è possibile farla solo se l’alveare, è a fondo mobile, in mancanza bisogna travasare tutti i telaini in due melari sovrapposti. (foto 1)
Se durante il periodo d’allevamento delle celle reali, vi sono giornate piovose o ventose, l’alveare d’allevamento va nutrito abbondantemente con candito proteico o con sciroppo attraverso il nutritore posto sopra al coprifavo. Quando l’importazione scarseggia la nutrizione diventa indispensabile, per stimolare la famiglia orfana a fargli allevare in abbondanza delle ottime celle reali d’emergenza.
Per facilitare l’uscita dei fuchi dall’alveare d’allevamento e facilitare l’ingresso delle importatrici di polline è indispensabile realizzare un secondo ingresso (foto 1) che si può ottenere sfruttando uno dei fori adibiti alla ventilazione, che si trova nella cornice del coprifavo.
Grazie all’escludi regina, che si trova sul diaframma orizzontale, che funge da coperchio all’alveare inferiore e da fondo a quello superiore, la regina resta confinata nell’alveare inferiore, che avendo a disposizione favi vuoti continuerà a deporre senza sosta.
Nell’alveare inferiore si raccoglieranno tutte le bottinatrici che usciranno dall’alveare d’allevamento superiore. La presenza di tantissime api nutrici che si prendono cura della covata disopercolata nell’alveare superiore, per mezzo del diaframma orizzontale percepiranno di meno l’influenza del feromone regale e quindi sentendosi orfane incominceranno la costruzione delle celle reali agevolate anche da una temperatura più elevata e da un’abbondante nutrizione stimolante. All’incirca dopo dieci giorni il nido superiore conterrà parecchie celle reali opercolate.
Il giorno antecedente alle nascite delle regine, le celle reali saranno asportate singolarmente o con tutto il telaino contenente la cella reale ed inserite nei nuclei di fecondazione, negli sciami artificiali o nelle famiglie orfane da circa 12 ÷ 24 ore.
Dopo la raccolta delle celle reali, se s’ intende procedere con un nuovo ciclo d’allevamento, si eseguono le stesse operazioni di cui sopra, oppure si devono scambiare i favi nell’alveare d’allevamento con quelli dell’alveare inferiore dove la regina sta deponendo.
In pratica, bisogna inserire nell’alveare inferiore i telaini con covata opercolata presi nell’alveare d’allevamento superiore, e inserire nell’alveare superiore i telaini contenente covata disopercolata, uova, e larve inferiori a 24 ore di vita, presi nell’alveare inferiore.
In modo che le api nutrici, attirate dal feromone della covata, saliranno di nuovo attraverso l’escludi regina, per accudire la covata disopercolata, nutrendola e riscaldandola, è sentendosi orfane iniziano un nuovo ciclo di costruzione di celle reali.
Se non si è intenzionato a ripetere un nuovo ciclo d’allevamento, si ripristina la famiglia originaria, dopo aver scomposto l’alveare d’allevamento, togliendo il diaframma orizzontale ed inserendo i telaini nell’alveare sottostante dove vi è la regina, dopo aver tolto i telaini vuoti o quelli non costruiti. Essendo gli ingressi dei due alveari sulla medesima verticale le api non rimarranno confuse, quando devono trovare il nuovo ingresso.
Pasquale Angrisani