venerdì , 1 Dicembre 2023
lavori del mese: gennaio

lavori del mese: gennaio

Come si suol dire anno nuovo vita nuova e noi apicoltori ce lo auguriamo caldamente specialmente dopo un’annata come il 2021 pieno di incognite e di scarso raccolto. Certamente quando andremo a visitare le nostre api troveremo delle sorprese causate in gran parte proprio da questa situazione creatasi per la mancata importazione. Ma per questo non dobbiamo spaventarci e cercare di recuperare il più possibile ciò che rimane dei nostri alveari e avviarli con una buona nutrizione verso la nuova stagione.

In quanto ai lavori del mese in questo periodo c’è ben poco da fare se non i lavori di messa a punto dell’attrezzatura e dell’apiario come abbiamo già detto in novembre e dicembre.

Sarà bene di tanto in tanto fare una visitina in apiario possibilmente in una bella giornata di sole per vedere se le api sono uscite per il volo di purificazione. In caso contrario basta picchiare con le nocche delle dita sul davanti dell’alveare in modo che le api vengano stimolate ad uscire per liberare l’ampolla rettale per evitare che con il cattivo tempo siano costrette a sporcare tutto l’interno dell’alveare con conseguente diffusione di escrementi portatori e diffusori di varie malattie che possono portare a un indebolimento e spopolamento degli alveari.

Fino ad ora si è parlato molto di varroa e peste americana ma bisogna tener presente che ci sono ben altre 15 malattie delle api adulte e della covata che possono fare altrettanti danni.

Molti apicoltori, le considerano malattie secondarie, non le tengono in considerazione pensando che con la buona stagione si risolvano da sole. Invece se non curate e controllate possono causare svariati danni specialmente sugli alveari più carenti con grande accumulo di spore che poi con clima e ambiente favorevole esplodono con tutta la loro virulenza creando danni irreversibili.

Vorrei qui spiegare un pò cosa sono le micosi, come si sviluppano e quali danni possono provocare.

Tra le forme patologiche poco conosciute ma che, come appena accennato, possono causare gravi danni vanno annoverate appunto le micosi, con questo termine si intendono tutti i disturbi originati da funghi o miceti che sono vegetali inferiori molto diffusi in natura, presenti anche nell’alveare e che in determinate condizioni ambientali si sviluppano dando di nuovo origine alle forme vegetative.

Tra le micosi dobbiamo tener presente le due principali che si riscontrano normalmente dentro gli alveari che se non controllate e curate portano danni gravi alle famiglie.

Un elevato numero di larve muore spesso prima della trasformazione in ninfa comportando un abbassamento della popolazione adulta, dunque mancanza di vigore delle famiglie e di conseguenza mancata produzione. In alcuni casi particolarmente gravi ma per fortuna abbastanza rari il livello di infezione può portare anche alla distruzione dell’intera famiglia.

Le due riscontrate maggiormente sono la micosi da Ascosphaera Apis e da Aspergillus Flavus. L’Ascosphaera Apis causa esclusivamente la morte della covata in differenti stadi di età. Questo fungo è composto da un micelio femminile e da un micelio maschile che in adatte condizioni di temperatura e umidità si sviluppano molto rapidamente dando luogo a una forma vegetativa in grado di fare ingenti danni.

Il diffondersi della malattia da un alveare all’altro è favorito dalla deriva delle api e dall’apicoltore stesso. Infatti le spore sono attaccate al corpo dell’ape e per contagio vengono propagate alle larve anche attraverso il tubo digerente nell’atto della nutrizione. La maggior diffusione avviene inoltre per mezzo delle api spazzine che nell’atto di ripulire le celle dalle larve mummificate le trasportano sul predellino di volo contagiando così tutte le api di passaggio.

lavori del mese: gennaio
Fig. 1- Covata calcificata (Fonte: Castagnino G. L. B. et al.)

Le larve infestate da Ascosphaera Apis si presentano in forma compatta di color bianco calce o nero a seconda dello stadio di mummificazione. Micosi da Aspergillus Flavus o covata pietrificata. L’aspergillosi è provocata proprio dal fungo del genere Aspergillus esso attacca sia la covata nei vari stadi sia le api adulte.
Gli organi di moltiplicazione sono dei filamenti eretti che si rigonfiano all’estremità da cui il nome di Aspergillus, anche in questo caso le spore sono la causa principale della diffusione della malattia come per la covata calcificata; presenta solo la particolarità di colpire sia la covata sia le api adulte e per tanto più pericolosa in quanto ha molta resistenza di aderenza alle celle con notevole difficoltà di asporto da parte delle api spazzine.

Anche per la propagazione è più pericolosa in quanto si propaga in tutti gli organi vitali dell’ape e anche all’esterno del corpo fuoriuscendo dagli orifizi naturali. Le api sono molto agitate, incapaci di volare in un progressivo indebolimento trascinandosi davanti all’arnia proprio come i sintomi della nosemiasi con grande spopolamento degli alveari.

Vediamo ora le cause. che possono portare a queste malattie secondarie però da non sottovalutare.
Prima causa: è la eccessiva umidità accumulata durante l’inverno dovutasi sia alla troppa imbottitura degli alveari e porticine troppo strette con conseguente mancanza di areazione.
Seconda causa: l’eccessiva scorta di miele e di polline in famiglie poco numerose che pertanto vengono abbandonate dalle api. Qui interviene l’utilità di levare le scorte eccessive restringendo i nidi.
Terza causa: telaini troppo vecchi e con molti residui della muta atti a trattenere le spore.
Quarta causa: l’incuria degli alveari e la mancata pulizia e sistemazione delle arnie da parte degli operatori apistici.

A tutte queste cause alle volte si aggiunge l’aiuto dell’inclemenza delle stagioni troppo piovose e fredde.
Per la lotta contro queste patologie non c’è molto da dire in quanto di massima da osservare è la prevenzione di quelle cause sopra citate e cioè igiene, eliminazione di telaini vecchi, travaso delle api in arnie pulite e sterilizzate, aiutandole con una buona nutrizione medicata con aglio e somministrata tiepida durante la primavera.

Da studi fatti in Francia dai professori (Giauffrat e Taliercio) sugli agenti delle micosi è stato individuato qualche prodotto antimicotico però con risultati non molto soddisfacenti, sembra che la propoli sempre secondo gli stessi, abbia effetti inibitori sullo sviluppo delle micosi.

Non è male pertanto usare anche nell’affumicatoio qualche pizzico di propoli e quando si sterilizzano le  arnie alla fiamma non tirarle a legno ma è sufficiente sciogliere la propoli ed eventualmente cera lasciandola come verniciatura interna.

Francescatti Pietro

Info Redazione

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