Ad agosto la stagione apistica si deve ritenere conclusa su tutto il nostro territorio e quel poco di raccolto che ancora resta da bottinare non serve altro che per il sostentamento delle famiglie da preparare per un buon invernamento.
Non c’è da meravigliarsi se si usa già la parola invernamento ma l’ape già dal mese di luglio, con l’inizio dell’accorciamento delle giornate di sole, sente l’avvicinarsi del periodo di scarsa importazione e di conseguenza incomincia la raccolta della propoli ed il restringimento della covata verso i favi centrali preparandosi lentamente ad affrontare i rigori dell’inverno.
In questo periodo è necessario da parte dell’apicoltore un controllo accurato nei nidi verificando la consistenza delle scorte, della covata e della salute delle api e tempestivamente dopo la smielatura fare gli opportuni trattamenti contro la Varroasi, allo scopo di portare le famiglie verso l’autunno con il minor numero di acari presenti, preludio questo di un buon invernamento.
Una raccomandazione a tutti gli apicoltori: non aver fretta di smielare anche se talvolta c’è la necessità commerciale o il primo melario è già opercolato. È meglio mettere il secondo melario sotto il primo e lasciare il tutto fino alla fine del raccolto osservando gli opercoli del miele: quando si infossano un po’ vuoi dire che il miele è maturo, con un giusto tasso di contenuto acquoso e senza pericolo di alterazione garantendo così al consumatore un miele di alta qualità come lo può essere il miele di montagna se curato nei minimi particolari. Importante è anche una buona decantazione di almeno 10 giorni nel maturatore togliendo di tanto in tanto tutte le piccole impurità che vengono in superficie; è indispensabile inoltre operare con la massima igiene possibile.
Sappiamo che l’ape con l’inizio del mese di agosto non produce più cera perciò risulta inutile introdurre nei nidi fogli cerei in quanto rischiano di fare da diaframma o di essere distrutti dalle api. In questo periodo i nidi non si allargano più ma al contrario si restringono; in montagna in particolare ma anche nelle valli è già in atto anche l’allontanamento dei fuchi non essendo più necessari per la fecondazione.
La produzione di regine e l’allevamento dei fuchi potranno essere continuati solo in apiari adatti e specializzati per questo scopo; anche per la produzione di pappa reale, che potrà continuare fino alla fine del mese, si potrà operare solo in allevamenti adatti allo scopo e coi dovuti accorgimenti.
È incominciata da parte delle api bottinatrici anche la raccolta della propoli, elemento molto prezioso per la difesa dei nidi durante il periodo invernale e nel contempo molto preziosa e ricercata dall’uomo per la cura di varie malattie dermatologiche e dell’apparato respiratorio dando dei risultati sorprendenti, inoltre è usato come antibiotico (forse l’unico che si trova libero in natura).
La propoli è molto ricercata anche dai restauratori di mobili antichi e dai liutai per le sue proprietà conservanti e risonanti. Per raccogliere la propoli si sovrappone alla famiglia d’api una rete a maglie non più grandi di tre millimetri fra il coprifavo e il nido, non è necessario fare dei telaini di supporto, è meglio invece lasciare la rete non molto tesa ma incavata al centro in modo da toccare quasi i telaini e per poter così essere propolizzata dalle api. Se qualche famiglia stenta a propolizzare basta rovesciare il coprifavo creando così un vuoto mal sopportato dalle api che cercheranno subito di chiudere.
Le reti dovranno essere tolte prima di iniziare la nutrizione autunnale, verranno congelate e facilmente pulite raschiando con una spatola per ottenere così un’ottima propoli pronta per i vari usi e per il commercio.
È tempo questo con l’avvicinarsi di settembre anche di provvedere al restringimento delle famiglie più deboli inserendo i diaframmi; in quelle più forti levare i favi laterali con miele opercolato e metterli in magazzino inserendo il diaframma. Si raccomanda questo procedimento specialmente quando si devono fare i trattamenti per la Varroasi, in quanto con le famiglie raccolte e ristrette avremo maggior efficacia nei trattamenti.
Da sottolineare che il miele, la cera e soprattutto il polline assorbono con facilità tutte le esalazioni, specialmente chimiche, con danno rilevante a scapito dei prodotti dell’alveare. Perciò attenzione con i medicinali: se usati con cautela e sotto controllo sanitario sono molto utili ed efficaci, ma se usati senza controllo e indiscriminatamente si rilevano un’arma a doppio taglio con conseguenze disastrose per l’apicoltura.
Cerchiamo quindi di diventare un po’ tutti esperti con l’informazione e la cultura apistica e certamente saremo in grado, se non di debellare tutte le malattie, ma almeno di convivere e produrre come si fa ormai da tempo in molti paesi a noi vicini. Se proteggiamo e salviamo questo meraviglioso imenottero proteggiamo e salviamo la natura e noi stessi che ne facciamo parte.
Francescatti Pietro
Molto utile e di facile comprensione.Grazie