martedì , 28 Novembre 2023
Il calendario dell'apicoltore: febbraio

Come nutrire le api senza sensi di colpa. Pag. 3 di 5

Alimentare con il candito.

Se la somministrazione di sciroppo viene considerata dalle api alla stessa stregua di una fioritura – ovvero nettare – il candito equivale, al contrario, a fornire loro dei favi di miele. Quando la stagione fredda avanza e le sortite delle api all’esterno, a causa delle avverse condizioni climatiche, si rarefanno, il mio consiglio è quello di alimentare le colonie esclusivamente con il candito, che stimola molto meno il loro metabolismo e non favorisce lo sviluppo della nosemiasi. Le api mangiando il candito risparmieranno le scorte dei favi per tempi migliori.

Il candito puoi metterlo sopra il coprifavo dopo aver messo il disco a quattro posizioni nella posizione tutto aperto. È sufficiente praticare, con l’ausilio di un coltellino o semplicemente con la leva, un’apertura sulla busta che lo contiene di 5-6 centimetri. A questo punto capovolgi il candito e fai combaciare il foro del coprifavo con quello del candito. Le api lo consumeranno passando attraverso il foro della nutrizione. Fai attenzione perché, quando le api lo avranno in buona parte consumato, può succedere che il peso della plastica, soprattutto se non è abbastanza rigida, collassi e vada ad occludere il foro d’entrata, rendendone inutilizzabile l’ultima porzione e, non raramente, uccidendo le api che vi rimangono “imprigionate”. Per ovviare a questo inconveniente è sufficiente introdurre al momento della somministrazione uno o due bastoncini, tipo quelli comunemente utilizzati per gli spiedini, attraversando la busta da parte a parte. Non è necessario se la busta è di plastica spessa.

Questo sistema di somministrazione del candito è valido quando l’alveare è forte e le scorte quasi sufficienti. Le api di un alveare debole, invece, potrebbero non avere la forza sufficiente per raggiungere il candito. Inoltre un passaggio così angusto rende il suo consumo lento, di solito intorno ai 15-20 giorni (a seconda della temperatura esterna). Se l’alveare è debole oppure vuoi velocizzare il suo consumo perché le scorte sono esigue, la cosa migliore da fare è quella di metterlo all’interno dell’alveare.

In questo caso è opportuno inserire un diaframma nel nido che spinge il glomere ad assumere una forma più verticale che orizzontale. Una volta messo il candito sopra il glomere, le api si troveranno più a stretto contatto anche quando il freddo invernale tenderà a rallentare il loro metabolismo.

Una volta aperto l’alveare devi liberare il candito di una parte della plastica che lo avvolge e poi lo collochi direttamente sopra le barrette dei telaini. Evitare di togliere tutta la plastica che avvolge il panetto di candito è essenziale, soprattutto se lo hai acquistato e non autoprodotto. Il candito industriale non ha come ingrediente il miele e una volta messo nell’alveare se la colonia lo utilizza lentamente può diventare duro come pietra e diventare, di conseguenza inutilizzabile per le api. Se invece è troppo morbido (e all’interno dell’alveare con il calore lo diventerebbe ancora di più) potrebbe colare tra i favi. Se non togli tutta la busta di plastica che lo contiene non colerà tra i favi.

Prima di mettere il candito dentro l’alveare ricordati di spingere in basso le api aiutandoti con l’affumicatore perché altrimenti rischi di schiacciarle appoggiandolo sui telaini. Un altro espediente per migliorare l’appetibilità del candito è utilizzarne un tipo che abbia tra i suoi componenti una frazione proteica. Ma parleremo dell’alimentazione proteica alla fine della trattazione.

Il candito? Me lo faccio da solo!

Il miglior candito è quello che ti puoi produrre da solo. Il metodo è anche abbastanza semplice se riuscirai a procurarti una impastatrice, di quelle utilizzate di solito dai pasticceri o dai panificatori, e che può anche essere acquistata usata a poco prezzo. Per piccole produzioni, invece, è sufficiente usare le classiche impastatrici da pane o da pasta che in molti abbiamo in casa. Gli ingredienti di questo portentoso nutrimento per le api, sono semplici ma li devi acquistare con attenzione. Innanzitutto lo zucchero a velo che è meglio se lo prendi direttamente allo zuccherificio che te lo venderà ad un prezzo leggermente superiore di quello semolato. Presta molta attenzione al fatto non contenga amido. Di norma, infatti, gli zuccherifici lo aggiungono per renderlo impalpabile. In caso contrario l’amido, che rimane indigesto alle api, potrebbe finire nel miele e tu rischiare una contestazione da parte degli organi di vigilanza sulla qualità del miele perché nel miele non ci possono essere residui di prodotti che le api non raccolgono direttamente dall’ambiente naturale. Lo zucchero a velo senza amidi gli zuccherifici lo producono quasi esclusivamente per gli apicoltori e pochi altri usi perché, una volta macinato, senza l’aggiunta di amido tende ad appallottolarsi. Quindi, lo devi acquistare poco dopo la sua preparazione. Certo, sarebbe possibile anche produrlo in azienda con un mulino ma le attrezzature necessarie a macinare lo zucchero semolato rendono questa operazione non più economica e anche un po’ pericolosa.

Il secondo componente è il miele che, per ovviare ai noti problemi sanitari, è meglio che sia di tua produzione. Al suo posto puoi utilizzare dello sciroppo zuccherino (attenzione che abbia la stessa umidità media del miele) o, addirittura, della confettura di frutta. Normalmente, qualsiasi azienda ha del miele vecchio (ma non troppo degradato o fermentato) da utilizzare e quindi la produzione del candito può essere una buona occasione per smaltirlo. Certamente nei primi anni di attività ti mancherà e allora puoi acquistare come surrogato dello sciroppo di glucosio e fruttosio (ma attento al contenuto di acqua!) o anche della confettura; normalmente quella di albicocca per uso industriale la puoi trovare ad un prezzo adeguato. Va da se che le aziende biologiche devono acquistare ingredienti certificati.

Al candito, poi, si possono aggiungere altri alimenti da somministrare alle api (ad esempio il polline) o degli estratti di piante se credi che possano essere utili per la salute delle tue api. In questo caso vale il discorso già fatto che i residui di queste sostanze non devono inquinare il miele.

Per velocizzare la produzione del candito ed anche per non affaticare troppo il motore dell’impastatrice, ti consiglio di riscaldare tutti gli ingredienti intono ai 40°C. A questo punto puoi versare lo zucchero a velo nell’impastatrice e dopo averla azionata, infine travasi il miele. Tieni sempre da parte sia un po’ di miele che un po’ di zucchero a velo in più da aggiungere in caso il candito ti sembri troppo duro o troppo morbido. Normalmente in circa 15 minuti di funzionamento dell’impastatrice o poco più il candito sarà pronto. Attento perché dopo essersi raffreddato tende a indurire.

Dopo aver fermato l’impastatrice comincia a “strappate” dalla massa una porzione di circa 1-1,5 kg. Quindi inseriscila in una busta di plastica, tipo quella per insacchettare i cibi surgelati, e lavorala con le mani per renderla di uno spessore di circa 4 cm che di solito è sufficiente per inserire il candito tra soffitta e tetto. Al termine chiudi la busta ermeticamente con del nastro adesivo da pacchi. Per conservare il candito lo puoi mettere dentro delle scatole di cartone cercando di mantenere le varie porzioni in posizione perfettamente orizzontale. Questo perché, malgrado possa sembrare duro a sufficienza, in realtà tende sempre a muoversi e a deformarsi e questo non è un bene perché l’aumento di spessore rende difficile la sua collocazione nel minimo spazio esistente tra coprifavo e tetto dell’alveare. Continua alla Pag. 4 di 5

Marco Valentini
Fonte: bioapi

Bibliografia

  • Alejandra Vásquez and Tobias C. Olofsson – The lactic acid bacteria involved in the production of bee pollen and bee bread. Journal of Apicultural Research 48(3):189-195 · July 2009
  • Vanessa Corby-Harris, Patrick Maes and Kirk E Anderson – The Bacterial Communities Associated with Honey Bee (Apis mellifera) Foragers. PLoS ONE 9(4):e95056 · April 2014

Info Redazione

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