Molte migliaia di larve devono essere contemporaneamente nutrite e curate dalle api operaie. Come “gestione delle risorse” viene denominata la relazione sensata con polline e nettare e con altre sostanze necessarie alle api.
Cosa accade quando le api non possono volare per reintegrare le proprie riserve di nutrimento a causa delle condizioni meteorologiche avverse? La colonia deve perseguire obiettivi a lungo termine (per esempio: sopravvivere all’inverno) e d’altra parte adattarsi rapidamente alle mutate condizioni meteo o alla scoperta di nuove fonti di nutrimento. Questi compiti inoltre devono essere svolti da migliaia di api allo stesso momento.
Le modificazioni più drastiche in caso di maltempo avvengono nella distribuzione del polline: le scorte di questo alimento sono infatti molto minori di quelle di miele, mentre la covata in crescita necessita di molto polline, unica fonte proteica dell’alveare. In caso di carenza di polline, le nutrici rallentano molto la loro attività e la rivolgono alle larve di età maggiore, nelle quali hanno già investito molte cure e molto cibo, trascurando quelle più giovani. Queste bloccano il loro sviluppo per mancanza di cibo e infine vengono divorate dalle operaie. In questo modo si riducono le necessità di cibo e vengono recuperate notevoli quantità di proteine.
Queste strategie sono il risultato dell’autorganizzazione degli insetti sociali. I singoli individui reagiscono a semplici schemi di stimolo-reazione: e questo si estende a tutti gli individui della colonia. Nel caso della pioggia, la scelta delle larve da nutrire dipende da segnali odorosi emanati dalle larve affamate: le larve più mature emettono una maggiore quantità di odore e vengono così nutrite a discapito di quelle più giovani.
Crailsheim K., Schmickl Th.
Tratto da L’ape nostra Amica, Anno XIV – N.5
Spiegazioni molto valide per un principiante complimenti.