sabato , 23 Settembre 2023
La bizzarra strategia delle api mellifere per difendersi dai calabroni giganti

La bizzarra strategia delle api mellifere per difendersi dai calabroni giganti

In Asia orientale, le api mellifere devono affrontare i continui attacchi di un terribile nemico: il calabrone gigante. Questo predatore caccia le singole api, ma può anche invadere gli alveari in gruppo. In un massacro brutale, le enormi vespe prima decapitano ogni ape che incontrano, poi occupano l’alveare e si cibano delle larve.

Per difendersi dai calabroni, le api asiatiche hanno sviluppato diverse tattiche creative, come ad esempio formare delle vere e proprie “palle di api” intorno agli invasori e produrre un calore tale da “arrostirli”.

Ma da una ricerca condotta in Vietnam, gli scienziati hanno scoperto un trucco ancora più particolare: le api ricoprono l’entrata dell’alveare con escrementi animali.

Fotografia di Satoshi Kuribayashi, Minden

Questo comportamento – chiamato fecal spotting – non solo tiene lontani i calabroni giganti, ma è anche il primo chiaro esempio di utilizzo di uno “strumento” da parte delle api mellifere: lo afferma Heather Mattila, entomologa presso il Wellesley College del Massachusetts e coautrice dello studio pubblicato il 9 dicembre 2020 sulla rivista PLOS ONE.

Prima di questo studio, i ricercatori non avevano mai indagato su cosa fossero i segni neri che spesso si notano all’ingresso degli alveari di api in Vietnam e altrove nel Sud-est asiatico. Mattila e i suoi colleghi hanno scoperto che si tratta di feci di vari animali, come polli e mucche. Gli studiosi hanno anche rilevato che questi escrementi tengono lontana una specie conosciuta come Vespa soror, comunemente chiamata calabrone gigante.

Comprendere la funzione del comportamento delle api “è stato decisamente sbalorditivo”, afferma Mattila, la cui ricerca è stata in parte finanziata dalla National Geographic Society. È “una delle cose più interessanti che il nostro gruppo di ricerca abbia mai studiato”.

Lo studio ha assunto ancora più importanza perché la Vespa soror è il parente più prossimo della Vespa mandarinia, conosciuta anche come calabrone gigante asiatico o “calabrone assassino”, la cui scoperta nel nord-ovest Pacifico ha alimentato la curiosità di tutto il mondo.

Mattila afferma che capire come le azioni delle api vietnamite scongiurano gli attacchi di questi calabroni potrebbe essere utile per proteggere le api mellifere in altri Paesi, inclusi gli Stati Uniti.

Per non parlare del fatto, ironizza, “che la combinazione di ‘calabroni assassini’ e feci è piuttosto interessante”.

Gli escrementi vengono usati come deterrente
Dopo centinaia di ore trascorse osservando api mellifere in apiari vietnamiti, Mattila e i suoi colleghi hanno scoperto che queste iniziavano ad aggiungere feci all’entrata dei loro alveari dopo gli attacchi dei calabroni giganti. Analizzando più di 300 filmati, il team ha appurato che più l’alveare era coperto di escrementi, meno i calabroni erano portati ad aggirarsi davanti all’ingresso e ad attaccarlo.

I ricercatori hanno anche sperimentato che mettendo della carta imbevuta di una sostanza estratta dal corpo di calabroni giganti vicino all’entrata dell’alveare, le api iniziavano a ricoprirla di escrementi.

Non è chiaro il motivo esatto per cui questa copertura fecale tenga lontani i calabroni. Sembra che gli insetti non ne gradiscano l’odore, ma potrebbero anche non voler rosicchiare un favo ricoperto di escrementi (comportamento che i calabroni attuano per allargare l’apertura dell’alveare e ottimizzare il loro attacco).

Fotografia di Mark Macewen, Nature Picture Library/Alamy

Gli escrementi potrebbero anche avere una funzione di mimetismo olfattivo: “Gli alveari normalmente profumano di miele e odori dolci” e i calabroni possono individuarli con l’odorato, afferma Lars Chittka, che studia percezione e comportamento delle api presso la Queen Mary University di Londra. “È possibile che l’odore sgradevole delle feci mascheri questo profumo”.

L’interesse per il calabrone assassino
Da quando verso la fine del 2019 i calabroni giganti asiatici sono stati avvistati nella parte nordovest dello Stato di Washington, gli entomologi lavorano con un discreto successo per evitare che la specie si stabilisca sul territorio. A ottobre 2020, i biologi statali hanno scoperto e rimosso il primo alveare vivo conosciuto di questi insetti voraci.

Uno dei motivi per cui questa invasione ha ricevuto così tanta attenzione è che i calabroni giganti asiatici attaccano le api mellifere europee che, a differenza di quelle asiatiche, non conoscono difesa da questi predatori.

Le api mellifere europee sono la specie di ape più comune negli Stati Uniti, responsabile dell’impollinazione di molte piante. Costituiscono inoltre la maggior parte degli apiari commerciali e sono più efficienti nella produzione di miele rispetto alla loro controparte asiatica.

Mattila afferma che, una volta che i ricercatori avranno capito in che modo esattamente gli escrementi allontanano i calabroni, gli apicoltori potrebbero potenzialmente applicare questa sostanza vicino all’entrata degli alveari per scongiurare gli attacchi. Ma c’è ancora molto da scoprire.

Ad esempio, questa tattica di difesa nasconde anche aspetti negativi. Le api mellifere sono normalmente molto pulite e meticolose – uno dei motivi per cui questa scoperta ci ha sbalordito, afferma Mattila – quindi è possibile che l’utilizzo di escrementi come deterrente possa mettere a rischio gli standard di sicurezza nella produzione di miele.

Una scoperta rivoluzionaria
Questo uso degli escrementi animali è un vero e proprio utilizzo di uno strumento: le api “prendono qualcosa e lo manipolano” per modellare il loro ambiente. È una “scoperta rivoluzionaria”, afferma Susan Cobey, apicoltrice indipendente e genetista non coinvolta nello studio.

La letteratura sull’uso degli strumenti da parte degli animali è complessa e a volte controversa, in quanto dipende dall’accezione di “strumento” che si prende in considerazione, afferma Mattila. È stato dimostrato che altri insetti li usano: ad esempio, alcuni sfecidi impiegano pietre per comprimere il terreno e proteggere i loro rifugi. Per strumenti non si intende necessariamente oggetti come legnetti o pietre, ma anche materiali come gli escrementi.

Tuttavia, alcuni ricercatori non sono sicuri che le coperture fecali si qualifichino come tali: “È un po’ una forzatura affermare che sia la prima dimostrazione dell’ utilizzo di strumenti”, afferma via e-mail Stephen Martin, entomologo presso l’Università di Salford, nel Regno Unito. “Questa specie usa anche foglie per marcare l’entrata degli alveari, e i nidi vengono costruiti con la carta”. Tutte azioni che potrebbero essere classificate come utilizzo di strumenti, afferma.

Bob Jeanne – esperto di vespe presso l’Università del Wisconsin-Madison – dichiara che gli autori “hanno ragione nel considerare questo il primo esempio di utilizzo di strumenti da parte delle api… Penso che stiano applicando una definizione ragionevole”.

Sia Martin che Jeanne concordano comunque sul fatto che il comportamento delle api sia affascinante. “Gli insetti sociali continuano a stupirci”, afferma Martin. “Sappiamo ancora poco sul loro comportamento, e questo è solo un altro fantastico esempio”.

Douglas Main
Fonte: nationalgeographic

Questo articolo è stato pubblicato originariamente in lingua inglese su nationalgeographic.com.

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