Le colonie più numerose producono una maggiore quantità di miele; è pertanto interesse dell‘apicoltore, all‘inizio del raccolto, avere popolazioni più forti possibile. In caso di colonie forti, però, il naturale istinto di riproduzione, ovvero la sciamatura, è decisamente più marcato. Contrariamente alla credenza comune, raramente le api sciamatrici provengono solo da una colonia madre; molto spesso gli sciami ricevono rinforzi da altre colonie dell‘apiario. Le api che sciamano possono rappresentare anche più di un terzo della colonia.
Comportando la sciamatura perdite di raccolto, in maggio e giugno l‘apicoltore cerca di evitarla formando giovani colonie o gestendo l‘allevamento in modo da ridurre l‘istinto sciamatorio. Di seguito si riportano esempi reali allo scopo di osservare come si sviluppano, dopo la sciamatura, la colonia madre e lo sciame e quale sia la perdita di raccolto di miele.
In un apiario di Liebig nel Baden-Württemberg, nel quale sono state condotte le stime, la colonia più forte è sciamata il 19 maggio. Lo sciame è stato catturato e collocato sullo stesso apiario, su nove fogli cerei. Il controllo della colonia madre e dello sciame, allo scopo di seguire l‘evoluzione della colonia, è stato effettuato a distanza di 21 giorni spiegazione. Al momento dello spostamento, lo sciame contava circa 13.000 api (ca. 2 kg). In seguito alla sciamatura, la colonia madre si è ridotta a circa 6.500 unità contando, al 20 maggio, circa 4000 api in meno rispetto alla media dell‘apiario (ca. 10.500 api) (fig. 55). Tre settimane dopo, la colonia madre contava nuovamente 17.000 unità, ovvero un numero quasi corrispondente a quello della media dell‘apiario. Se fino all‘inizio di luglio le altre colonie dell‘apiario si sono rafforzate, raggiungendo in media 19.000 unità, la popolazione della colonia sciamata ha invece avuto un tracollo, a causa della sospensione della covata, ed è scesa a circa 13.000 api. Il suo numero di api è leggermente aumentato fino al 20 luglio ma, nelle tre settimane successive, è nuovamente tornato a meno di 13.000 conoscendo una crescita rilevante, rispetto alle altre colonie dell‘apiario, solo in agosto e settembre.
Nelle prime tre settimane, lo sciame ha perso quasi la metà delle sue api. Nello stesso lasso di tempo, però, sono anche state costruite 26.000 celle di covata (fig. 56). Fino al 20 luglio, grazie all‘intensa attività di deposizione della regina, lo sciame è aumentato a 23.000 unità, diminuendo nuovamente a 14.000 e aggirandosi, prima dell‘invernamento, attorno alla media dell‘ubicazione di 15.000 api. Lo sciame e la colonia madre hanno superato molto rapidamente la sospensione della covata, raggiungendo forza della colonia corrispondente a quella media dell‘ubicazione. In luglio, lo sciame era addirittura la colonia più forte dell‘apiario ma non ha potuto dimostrare la propria dedizione alla raccolta, essendo finito il raccolto di bosco. La colonia madre, costituita da 17.000 api, è altresì riuscita a costruire 26.000 celle di covata, ma con tre settimane di ritardo rispetto allo sciame. Quest‘ultimo, al contrario, ha ampliato 19 fogli cerei e ha costituito scorte con una forza pari quasi alla metà di quella della colonia madre.
Il rendimento di miele durante il raccolto precoce è strettamente correlato alla forza della colonia. Se si pensa che la colonia madre contava, dopo la sciamatura, solo 6.500 api, ci si rende conto di quanto il peso da essa raggiunto, ovvero 23 chilogrammi, sia aumentato in maniera decisamente superiore alla media rispetto alle altre colonie dell‘apiario. Ipotizzando però di collocare le 20.000 api prima della sciamatura, sulla base della linea di regressione si calcola che, in tale situazione, il rendimento di miele sarebbe stato di più di 40 chilogrammi. La sciamatura è dunque costata all‘apicoltore circa 20 chilogrammi di miele (fig. 57).
Il metodo più efficace per evitare le perdite di rendimento causate dalla sciamatura è la tempestiva formazione di giovani colonie. Per una buona gestione dell‘azienda è dunque importante che l‘apicoltore prevenga la sciamatura. Quale secondo metodo si può consigliare la sostituzione regolare delle regine già che, le colonie con regine di solo un anno di età dimostrano minore tendenza alla sciamatura e costruiscono meno celle di sciamatura rispetto a colonie con regine di due o più anni.
Tuttavia, la correlazione tra un rapido sviluppo della colonia e l‘insorgere dell‘istinto sciamatorio non è particolarmente stretta; quest‘ultimo cioè si presenta con notevoli sbalzi a seconda dell‘anno, ai quali attualmente non si riesce ancora a dare una spiegazione. Qualora la partenza di uno sciame non possa essere evitata, si dovrebbero perforare tutte le celle reali tranne una già che, nella maggior parte dei casi, una sciamatura secondaria ha effetti devastanti sullo sviluppo della colonia madre.
Autori: Anton Imdorf, Kaspar Ruoff, Peter Fluri
Informazioni: Peter Gallmann
e-mail: peter.gallmann@alp.admin.ch
Fonte: ALP forum N. 68 | Novembre 2011
Spiegazioni molto dettagliate e utili