Nel mese di gennaio gli alveari devono essere lasciati tranquilli perché qualsiasi disturbo, qualsiasi rumore, oltre a irritare le api, come reazione fa aumentare il consumo di miele.
Gennaio è considerato il mese più freddo dell’anno, in quanto si trova proprio nel mezzo dell’inverno; non è raro però che ci sia anche qualche bella giornata di sole.
Le giornate si sono leggermente allungate, e anche se la campagna in certe zone è coperta di neve e la natura intorno è addormentata, dentro l’arnia la vita continua e in molti posti soleggiati di collina fa capolino timidamente qualche ciuffo d’erica carnea e qualche nocciolo si sveglia; già in gennaio ho notato qualche ape rientrare con le cestelle cariche di polline.
Certamente questo non vuol dire sviluppo, ma è senz’altro un segno positivo stante a significare che dentro l’arnia la nuova vita è cominciata; più volte ho osservato, visitando qualche alveare dopo il 10 di gennaio, la presenza di covata, quindi anche in montagna il periodo di assenza totale di covata è assai breve e in certe famiglie quasi nullo.
Se si fanno già delle visite alle api, peraltro non consigliabili se non per necessità, agite rapidamente e non dimenticate di osservare l’entità della popolazione e il colore globale della covata che deve richiamare quello della madreperla, è bene farle verso mezzogiorno usando una coperta e scoprendo pochi telaini per volta. È meglio non usare fumo altrimenti si perderebbero molte api, specialmente quelle che si posano sulla neve e che rimangono con le ali paralizzate.
Importante in questo periodo è osservare che tutte le famiglie compiano il volo di purificazione, in caso contrario è bene, in una giornata di sole durante le ore più calde, dare qualche colpo con le nocche sulla parte anteriore dell’arnia provocando così l’uscita delle api.
Bisogna tener presente, anche, che durante il volo di purificazione le api facilmente potranno imbrattare con le loro deiezioni l’eventuale biancheria stesa al sole dalle massaie.
Il volo di purificazione è indispensabile almeno una volta al mese altrimenti le api sono costrette a liberare l’ampolla rettale all’interno dell’arnia; in questo modo però si formerebbero lordure sui telaini e sul coprifavo, molto pericolose per la formazione di diarree e di nosema.

È bene osservare le macchioline sulla neve circostante o sulla parte esterna dell’arnia: se di colore chiaro e ben consistenti tutto è regolare, se sono striate e di colore scuro avranno senz’altro anche un cattivo odore e allora è segno inconfondibile o di diarrea o di nosema. Purtroppo in questa stagione non si può fare niente per ovviare a questi inconvenienti, se non aspettare l’arrivo della stagione nuova e salvare il salvabile.
Verso metà inverno si deve stare molto attenti anche all’apertura delle porticine che non devono essere né troppo strette, pena la formazione di muffe, e nemmeno troppo larghe, poiché raffredderebbero il primo inizio di covata con il pericolo anche di lasciare libero il passaggio a qualche topolino campagnolo che provocherebbe danni irreparabili ai favi.
È utile ricordare di pulire i melari in magazzino raschiando la propoli e gli eventuali residui di cera; in questo mese tale operazione è più semplice perché con il freddo è più facile asportare la propoli.
Come già consigliato nei lavori del mese di dicembre, è bene preparare ora tutto il materiale utile e necessario senza dover correre all’ultimo momento.
Francescatti Pietro