sabato , 7 Settembre 2024
Il vero pericolo per le api sono i cambiamenti climatici
Foto di NamHarper da Pixabay

Il vero pericolo per le api sono i cambiamenti climatici

Pesticidi, nuovi predatori, campi fioriti che spariscono per fare posto a strade e palazzi. Ad elencare i pericoli per la sopravvivenza delle api c’è solo l’imbarazzo della scelta, ma a volerne proprio scegliere uno, non c’è dubbio su chi occupi il primo posto di questa triste classifica: i cambiamenti climatici. Come rivela uno studio appena pubblicato sulla rivista Global Change Biology, temperature e precipitazioni anomale e stagioni impazzite stanno decimando le api del Nord America ben più di quanto non possa la continua distruzione del loro habitat perpetrata dalla nostra specie.

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La ricerca ha utilizzato 14 anni di dati raccolti dallo U.S. Geological Survey, relativi a mille siti di monitoraggio sparsi tra Maryland, Delaware e Washington, D.C. Gli autori dello studio hanno potuto mettere in connessione i cambiamenti climatici, il consumo di suolo e lo stato di conservazione delle comunità di api in tutti i siti analizzati, ottenendo un enorme set di variabili ambientali potenzialmente nocive per gli insetti, che è stato quindi immesso in un programma di analisi basato sul machine learning per identificare le più dannose. Una strategia innovativa – spiegano gli autori dello studio – visto che fino ad oggi negli studi non era mai stata fatta distinzione tra effetti dei cambiamenti climatici e della perdita di habitat.

“Abbiamo ritenuto che si trattasse di una disattenzione, perché come molti organismi, le api sperimentano simultaneamente entrambi i problemi”, spiega Christina Grozinger, entomologa della Penn State University che ha coordinato lo studio. “Osservando entrambi i fattori in un unico studio siamo stati in grado di comparare l’importanza relativa di entrambi questi elementi stressanti”.

Foto di Oldiefan da Pixabay

I risultati hanno confermato le differenze ipotizzate dai ricercatori: i cambiamenti avvenuti nelle precipitazioni e nelle temperature stagionali si sono rivelati infatti ben più dannosi rispetto alla perdita di habitat e di risorse alimentari. Non tutte le specie di api, inoltre, sembrano sensibili agli stessi cambiamenti: per le specie attive nel periodo primaverile, ad esempio, l’aumento delle precipitazioni si è rivelato un fattore estremamente negativo, per quelle estive il vero punto dolente sarebbe l’aumento delle temperature nei mesi caldi, per altre ancora sono piuttosto gli inverni sempre più miti a rappresentare un problema.

“Nei prossimi decenni inverni caldi ed estati lunghe e torride saranno sempre più comuni, e ci aspettiamo che questo rappresenti un problema molto grave per le popolazioni di api selvatiche”, conclude Grozinger. “Stiamo solo iniziando a comprendere i molti modi in cui il clima influenza la vita delle api, ma per proteggere questi impollinatori dal ruolo essenziale dobbiamo studiare molto più a fondo come, quando e perché i cambiamenti climatici interferiscono con il loro ciclo vitale”.

di Simone Valesini
Fonte: la repubblica

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