venerdì , 22 Settembre 2023
Lotta alla varroa 2023

Lotta alla varroa 2023

L’inverno appena trascorso è stato caratterizzato da temperature superiori alla media. Questa tendenza meteorologica è alla base del fatto che da un lato le colonie si sono ritrovate a mantenere la covata fino ad autunno inoltrato, in alcuni casi ancora a dicembre 2022, dall’altro il periodo di blocco di covata naturale è risultato essere brevissimo, in quanto già nei primi giorni di gennaio 2023 si potevano rinvenire uova all’interno delle colonie.

Alla ripresa primaverile, inoltre, la mancanza di precipitazioni in molte zone ha reso davvero scarse le importazioni anche su fioriture importanti come quelle dei pruni, del melo e del tarassaco. Le colonie di api, supportate dalle integrazioni alimentari fornite dagli apicoltori e dalle temperature favorevoli presentavano mediamente un ottimo sviluppo alla fine dell’inverno con presenza abbondante di api e covata.

L’arrivo della pioggia nelle prime settimane di maggio ha fatto tirare un sospiro di sollievo sia al mondo dell’agricoltura che più in generale a tutta la popolazione. Anche per gli apicoltori le precipitazioni erano necessarie, perché è noto che le piante tendono a produrre poco nettare in condizioni di stress idrico. Purtroppo, però, periodi prolungati di piogge durante i quali le api non possono uscire a bottinare, soprattutto in un momento in cui le colonie sono all’apice della loro popolosità, potrebbero aver provocato gravi problemi di fame e rallentamenti nella deposizione della covata.

Alla luce di quanto esposto, pur non potendo prevedere il proseguo della stagione, è chiaro che la lotta alla varroa non può e non deve essere rimandata. La presenza di covata abbondante già alla fine dell’inverno ha offerto la possibilità di riproduzione massiccia e precoce all’acaro parassita varroa e, tenendo presente che la dinamica di riproduzione della varroa è di tipo esponenziale, nel giro di pochi mesi le popolazioni all’interno delle famiglie avranno raggiunto le soglie critiche. Come ogni anno si consiglia pertanto di pianificare l’inizio dei trattamenti durante il mese di luglio, scegliendone accuratamente il periodo in relazione alla collocazione dell’apiario (fondovalle, montagna, ecc.), alla tecnica ed al principio attivo che si intende utilizzare.

È bene sottolineare che a partire dallo scorso anno è stata definitivamente chiarita l’obbligatorietà della compilazione del Registro dei trattamenti farmacologici eseguiti sulle colonie di api, così come dettagliato in seguito.

Il blocco della covata e le altre tecniche apistiche abbinate all’uso di acido ossalico si sono confermate negli anni le soluzioni più razionali ed efficaci nel controllo della varroa, ma anche nella gestione estiva delle colonie. Nella scelta di queste tecniche si deve però tenere conto della locale situazione ambientale ed ovviamente del grado di infestazione delle colonie. I diversi metodi e le modalità di scelta e di combinazione di più tecniche e prodotti acaricidi sono già stati illustrati negli anni scorsi nei bollettini emanati congiuntamente da FEM ed APSS. Se invece si intende basare il controllo della varroa solo sull’uso di sostanze acaricide, negli ultimi anni le possibilità si sono ampliate ed i prodotti a disposizione degli apicoltori sono numerosi ed adeguatamente testati.

Ape carnica con varroa sull'addome
Ape operaia con due varroe sul dorso

Per quanto riguarda le sostanze acaricide ammesse per l’uso in apicoltura si registra un’unica novità, introdotta nel 2022, e si tratta di un prodotto commerciale denominato Formicpro® a base di acido formico. Occorre ancora una volta ricordare però che un singolo apicoltore non deve rigorosamente applicare la stessa strategia in tutti i suoi apiari e nemmeno in ognuno di questi. Come verrà ulteriormente precisato, l’importante è che all’interno di ogni apiario le tempistiche di azione delle strategie adottate siano le medesime.

Un altro consiglio importante è quello di non adottare su tutti i propri apiari una sostanza o una tecnica apistica (specialmente se complessa) non personalmente sperimentata in precedenza, a meno che non si operi sotto la supervisione o il consiglio dei locali esperti apistici o di apicoltori che la adottano da più tempo.

Vista l’ampia scelta di prodotti e soluzioni autorizzate ed ufficiali, è del tutto inutile, controproducente ed illegale utilizzare sostanze non ammesse in Italia o che vengano proposte come integratori e sanificanti ma col preciso scopo di controllare la varroa. Nei negozi online è facile reperire prodotti che velatamente o meno dichiarano un’efficacia straordinaria contro questo grave parassita. Non esistono prodotti miracolosi, non autorizzati in apicoltura e inoltre può risultare pericoloso affidarsi a sostanze non adeguatamente testate sia per quanto riguarda la salute delle api che dei consumatori. Nell’effettuare qualunque intervento di lotta alla varroa è fondamentale rispettare i tempi, le modalità ed i dosaggi indicati dal produttore. Si ricorda che il principio attivo da solo, anche se apparentemente simile a quello del farmaco autorizzato, oltre che esserne vietato l’utilizzo non equivale al farmaco stesso e non lo può sostituire. Si sottolinea inoltre l’obbligo previsto di almeno due trattamenti/anno per la lotta alla varroa, con prodotti autorizzati, dei quali si deve conservare la prova di acquisto (scontrino, fatture, ecc.). L’assenza di trattamenti, l’utilizzo di sostanze non ammesse, la mancata compilazione del registro possono essere assoggettate a sanzioni amministrative.
Clicca qui per scaricare le varie strategie da adottare.
Fonte: Fondazione mach notizie apicoltura n. 02 del 12 giugno 2023.

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